Ciaspolate, passeggiate sui sentieri battuti, ma anche sci, snowboard e, per chi osa provare discipline alternative, qualche giro sulla fat-bike. La montagna offre infinite possibilità per mantenersi in forma e, allo stesso tempo, divertirsi. Ma quando si tratta di fare movimento all’aperto durante la brutta stagione, la prima preoccupazione per tutti è quella di non avvertire freddo. In questo caso, però, troppo spesso il pensiero di molti va subito a giacche, piumini & Co. Così si dimentica, o sottovaluta, quanto siano importanti le calze.
Quel gelo che sale dal basso
“Se hai freddo ai piedi, hai freddo in tutto il corpo”, ripetevano le nostre nonne. E, come ogni vecchio adagio, c’è un fondo di verità. Per due motivi. Il primo riguarda il fatto che al suolo la temperatura è sempre più bassa e, nonostante la suola degli scarponi, i piedi sono a contatto con il terreno, che li raffredda; il secondo: quando siamo esposti al gelo, per un meccanismo di difesa, il nostro organismo concentra il calore sugli organi vitali, irrorando meno le zone periferiche come mani, testa e, appunto, piedi.
Per questo un buon paio di calze tecniche può davvero fare la differenza. Con l’aiuto delle nostre tester abbiamo messo alla prova 10 paia di modelli termici passepartout, adatti per tutte le attività sulla neve, e ne abbiamo scelti 4 in base alle caratteristiche, davvero importanti, che devono avere.
Punta sulla lunghezza
Per avere piedi caldi e asciutti, le calze devono svolgere due funzioni fondamentali: non dissipare il calore prodotto dal corpo (compreso quel poco che c’è nei piedi) e disperdere, invece, tutta l’umidità generata dal sudore che, altrimenti, farebbe percepire una temperatura ancora più bassa. Vediamo quali caratteristiche tecniche svolgono questi compiti: innanzitutto sono lunghe, per fare in modo che l’umidità del sudore non scenda fino ai piedi e ristagni nelle scarpe, fattore che espone anche al rischio di vesciche.
Inoltre, sul gambetto (la parte della guaina che ricopre tibia e polpacci), hanno delle specifiche lavorazioni per garantire la giusta traspirabilità: una proprietà che, se l’indumento dovesse “arricciarsi”, sarebbe vanificata. Proprio per questo motivo le “vere” calze tecniche invernali devono essere dotate di un bordo che le mantiene in posizione, senza però stringere troppo.
Aderenti, dalle caviglie alle dita
Un’altra zona cruciale per trattenere il calore e garantire traspirabilità alle estremità è quella che ricopre il piede dalla caviglia alle dita. Il tessuto deve aderire bene, anche per evitare la formazione di pieghe che favorirebbero la comparsa di vesciche, e presentare delle lavorazioni che tolgono l’umidità dalla pelle per portarla all’esterno della calza. Si tratta della vera area critica per il comfort dei piedi, ancora più del tallone e della punta.
Tallone e punta rinforzati
La zona della calza che avvolge il tallone è fondamentale per mantenere l’indumento nella giusta posizione, passo dopo passo. Per questo è rinforzata, esattamente come la parte delle dita, che è ancora più esposta al freddo e risulta la prima a raffreddarsi.
Non badare allo spessore
L’idea che un indumento più denso e spesso tenga maggiormente al caldo è soltanto un vecchio mito. Affinché assicuri una barriera contro il freddo, la calza deve creare un cuscinetto d’aria che trattiene il calore del corpo, evitando lo scambio con l’aria gelida circostante. Ma quando un tessuto è denso e spesso, funziona esattamente da conduttore, portando il calore verso l’esterno. Quindi al momento dell’acquisto, più che sullo spessore, concentrati soprattutto sul materiale utilizzato e sulla sua lavorazione.
Affidati soltanto a filati tecnici
E per filati esclusivamente tecnici non si considera assolutamente il cotone, che per sua natura è idrofilo, quindi tende a trattenere l’umidità e a far percepire una temperatura ancora più bassa. Piuttosto, si intendono sia quelli sintetici (come nylon, elastane, poliammide) sia naturali (vedi la lana merinos), oppure una combinazione dei due.
Quale filato scegliere tra sintetico e lana merinos? Dal punto di vista della capacità di regolare la temperatura del corpo e la traspirabilità, possono essere considerati simili. Ma oggi il risultato migliore si ottiene con un mix di entrambi.
Il trucco in più
La sensazione di freddo ai piedi in inverno è data sostanzialmente dalla vasocostrizione, cioè dal fatto che circola meno sangue. Quando ci si muove, quest’ultimo dovrebbe comunque irrorare anche le estremità, ma spesso si commette un errore cruciale: si stringono troppo le calzature che, comprimendo i piedi, rendono difficile la circolazione e il movimento delle dita dentro la scarpa.
Se vuoi garantirti un po’ di calore, allora, assicurati che le calzature abbiano una chiusura che non sia troppo stretta. In questo modo eviterai di schiacciare in maniera eccessiva le “microcamere d’aria” isolanti prodotte dalla lavorazione del filato, in grado di trattenere il calore. E permetterai al piede di muoversi, attivando così la pompa muscolare che favorisce il trasporto del sangue dal cuore ai tessuti e viceversa.
CALZE TECHICHE DA NEVE, LE MIGLIORI
I nostri Lab tester: Benedetta Perissi, Guida ambientale escursionistica in Toscana (andareazonzo.com); Francesca Rivolta, Club Alpino Italiano, sezione di Besana in Brianza (MB).
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