«L'infiammazione del tendine d’Achille è un problema silente, che dura a lungo e non scompare facilmente. Colpisce quasi esclusivamente chi pratica sport in maniera regolare, specialmente running, tennis e discipline che richiedono scatti molto rapidi.
Sono a rischio soprattutto i giovani che si allenano molto, come quelli che corrono per mezz'ora o un'ora al giorno, oppure giocano a tennis 3-4 volte a settimana; ma anche gli over 50 persone che iniziano a fare attività fisica senza una preparazione adeguata», afferma il dottor Luca Bertini, specialista in ortopedia e traumatologia a Pisa. «Spesso, inoltre, il tendine d'Achille può comparire nelle persone che in modo frequente passano dall’indossare scarpe basse a calzature con un tacco alto, un fattore predisponente», continua l’ortopedico. Che ti spiega perché colpisce e come intervenire.
Attenzione alle scarpe
«L’infiammazione del tendine d’Achille colpisce l'inserzione dei muscoli del polpaccio, gastrocnemio e soleo, sul calcagno.
Si tratta di una zona molto delicata, sottoposta a uno stress enorme perché è in questo punto che il peso del corpo va a caricarsi quando salti sulle punte o corri. Ciò crea una serie di microtraumi che l'organismo non riesce a riparare con altrettanta velocità, generando un'infiammazione sopra il calcagno, caratterizzata da gonfiore, rossore, dolore e ridotta funzionalità», spiega il dottor Bertini.
In pratica, la parte diventa rossa, gonfia, quando la tocchi fa male e cammini in modo scorretto. «Inoltre, sei portata a tollerare poco le scarpe, perché poggiano sulla parte “incriminata”». Già, le scarpe, un dettaglio cruciale: «La calzature sportive tendono a essere tutte uguali, ma ognuno di noi ha una forma dei piedi personale. Per cui, se durante l’allenamento il calcagno “struscia” in modo eccessivo contro parte la posteriore della scarpa, l'infiammazione altera la struttura del collagene che si trova all’interno dell’inserzione, rendendola così meno elastica: fattore che può agevolare i microtraumi», precisa il dottor Bertini.
Le soluzioni utili contro il tendine d'Achille
Appena avverti una sensazione di dolore sopra il calcagno, stoppa l'attività fisica: «È il segnale impiegato dall'organismo per dirti che qualcosa n on va. Quindi, applica localmente del ghiaccio avvolto in un panno per un quarto d’ora, almeno 2 o 3 volte al giorno, per 2-3 giorni. Nel caso il dolore fosse molto intenso, puoi anche farlo ogni ora», continua l’ortopedico.
Se la situazione non migliora occorre affidarsi a un ortopedico o a un fisiatra: «Il medico può suggerire l'assunzione di Fans (Farmaci antinfiammatori non steroidei) per circa 2 settimane, oppure da 10 a 20 sedute di Tecarterapia. Nel caso questi interventi non dovessero funzionare, si può ricorrere alle infiltrazioni di Prp (Platelet-rich plasma): l'esperto preleva il tuo sangue, lo centirifuga, estrae la parte “rigeneratrice" composta dalle piastrine e la inietta localmente: funzionano molto bene ed è possibile farne da 3 a 6, senza nessun problema», tranquillizza Bertini.
Una volta completati questi passaggi, però, non è finita: «È determinante affidarsi a un fisioterapista e seguire un percorso di rieducazione, così come verificare con un esperto se si cammina e si corre in maniera corretta. Inoltre, occorre far valutare a un podologo se le calzature che indossi sono adatte. Quando il problema compare all’improvviso, per esempio, chiediti se durante i 2-3 mesi che lo hanno preceduto hai utilizzato calzature nuove. Spesso e volentieri, infatti, il fiammifero che “accende” il dolore è proprio il “conflitto” fra scarpa e piede».
Per prevenire i rischi evitare di forzare durante lo stretching
«Se vuoi giocare d’anticipo e prevenire il tendine d'Achille, verifica che la zona sopra il calcagno non sia un po’ dolorosa quando la tocchi. Inoltre controlla che non sia rossa, abbia dei calli e risulti particolarmente increspata o sbucciata: tutti segnali che evidenziano uno sfregamento con la calzatura», avverte lo specialista. Non solo: «Prima dell’attività occorre sempre riscaldare bene i polpacci ed evitare di eseguire la fase di stretching in maniera particolarmente intensa».
Inoltre, esegui questo esercizio: «Promuove l'apporto di sangue nella zona, rendendola più resistente ai traumi»: in piedi, gambe leggermente divaricate e mani appoggiate a un piano, sollevati sulle punte. Quindi, porta le piante a terra e alza gli avampiedi, rimanendo in equilibrio sui talloni: esegui 3 serie da 10 ripetizioni.
Fai la tua domanda ai nostri esperti