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Trombosi: che cos’è, sintomi e cause

Come riconoscere questo processo patologico e prevenirlo, evitando spiacevoli sorprese. Perché la prevenzione è la migliore arma contro le malattie cardiovascolari



di Paola Toia


In Europa, le malattie da trombosi sono la prima causa di morte e di grave invalidità, tanto da colpire il doppio dei tumori. Se però riconosciute per tempo, possono essere concretamente evitate, almeno in un caso su tre.

ALT Onlus (Associazione per la Lotta alla trombosi e alle malattie cardiovascolari) scende in campo il 18 Aprile 2018 con la settima Giornata Nazionale per la Lotta alla Trombosi. L’associazione propone una nuova campagna social per informare tutti, dai bambini agli adulti.

Ma nello specifico che cos’è la trombosi?


CHE COS’È LA TROMBOSI?

Con il termine trombosi si indica la formazione, all’interno di un vaso sanguigno venoso o arterioso, di un coagulo di sangue o trombo, che va a bloccare parzialmente o totalmente il passaggio del sangue.

La trombosi è alla base di gravi malattie come l’embolia polmonare, l’infarto cardiaco e l’ictus cerebrale. Il processo coagulativo è regolato da una cascata di molteplici reazioni chimiche a cui partecipano diversi elementi del sangue, tra cui le piastrine e la vitamina K.

La domanda, che sorge spontanea, è quando possa manifestarsi una tale condizione. Di solito si verifica a livello delle arterie dove si possono depositare colesterolo, cristalli di calcio o cellule infiammatorie.

Questi depositi, in termine tecnico, prendono il nome di placche aterosclerotiche. Se la parete superficiale della placca si rompe, si forma un coagulo / trombo, che può diminuire o interrompere il flusso sanguigno e, a seconda dell’arteria o vena interessata, le conseguenze sono diverse (ictus ischemico, infarto o arteriopatia periferica).


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SINTOMI DELLA TROMBOSI

Come si manifesta la trombosi? Tendenzialmente i sintomi della trombosi nelle gambe vanno dal gonfiore all’arrossamento della parte colpita fino a dolore simile a un crampo, anche se può capitare che i segnali siano molto lievi; nel braccio, pur essendo molto rara, si manifesta con dolore e gonfiore (mano e braccia diventano anche molto bianchi). In base agli studi condotti è emerso che colpisce in particolar modo chi fa grandi sforzi, come gli sportivi.

Se il trombo libera emboli che dalla vena arrivano al polmone, compaiono sintomi legati al respiro che diventa corto e accelerato con dolore (simile a una pugnalata) al dorso o al torace, a volte con febbre e ritmo cardiaco più rapido del normale e sensazione di stordimento.

3. CHI È A RISCHIO TROMBOSI?

Fra le persone più a rischio rientrano:

- donne incinte;

- individui già colpiti da un trombo;

- individui sottoposti recentemente a un intervento chirurgico;

- individui allettati;

- individui ingessati;

- individui fumatori;

- individui che hanno appena fatto un viaggio aereo;

- donne che assumono la pillola anticoncezionale o sottoposte a terapia ormonale sostituiva per la menopausa;

- individui che soffrono di una malattia infiammatoria acuta o cronica.

Ereditarietà (famigliari che hanno avuto un evento di trombosi), sovrappeso, vita sedentaria, alimentazione troppo grassa sono altri fattori che possono portare a tale condizione.

Perché in caso di scarsità o di assenza di movimento si può rischiare un trombo? Perché il sangue ristagna nelle gambe.

4. I DANNI PROVOCATI DALLA TROMBOSI

Se il trombo (coagulo che insorge in un vaso sanguigno) chiude un’arteria o una vena, si va incontro a infarto e morte delle cellule dell’organo colpito. Se si frammenta, libera emboli causando embolia di un organo lontano da quello nel quale si è formato.

Se si forma nelle vene delle gambe, provoca trombosi venosa profonda o superficiale (flebite). Se gli emboli che si liberano da un trombo formatosi in una vena raggiungono il polmone, danno origine a embolia polmonare. È opportuno sapere che l’embolia polmonare e la trombosi venosa sono pericolose e purtroppo spesso mortali.

Se il trombo si forma in un’arteria coronaria, provoca infarto; in una arteria carotide e nel cuore che fibrilla libera emboli che inducono ictus cerebrale.

Anche organi considerati meno nobili, come l’intestino o il rene, possono essere colpiti da un infarto e riportare danni gravi a tutto l’organismo.


5. CLASSIFICAZIONE DEI TROMBI

I trombi in base alla composizione si distinguono in:

- trombi bianchi: formati da piastrine, fibrina, pochi globuli rossi e bianchi. Si sviluppano in genere nelle arterie, in cui la velocità di scorrimento del sangue non consente al trombo di catturare i globuli rossi;

- trombi rossi: sono formati da piastrine, fibrina ed elevate quantità di globuli rossi e bianchi. Si sviluppano soprattutto all’interno delle vene a causa del flusso ematico più lento (inglobamento dei globuli rossi);

- trombi variegati: presentano un’alternanza di zone chiare e rosse, che rispecchia momenti di bassa velocità del flusso ematico.

I trombi in base alle dimensioni si distinguono in:

- trombi ostruttivi: che occludono l’intero vaso;

- trombi parietali: ostruiscono parzialmente il vaso;

- trombi a cavaliere: posizionati a ‘cavallo’ di una biforcazione vascolare.

6. TROMBOSI: COME INTERVENIRE CORRETTAMENTE

Quando compare uno dei sintomi classici da trombosi, bisogna immediatamente rivolgersi al proprio medico o, se il gonfiore e il dolore sono molto intensi, andare direttamente al Pronto Soccorso.

L’unico esame che permette di confermare la presenza di un trombo è l’ecocolordoppler. In caso positivo si comincia subito la terapia farmacologica, evitando così gravi conseguenze.

Si deve sapere che esistono due grandi categorie di farmaci contro la trombosi: gli antiaggreganti piastrinici e gli anticoagulanti.

Quali differenze ci sono?

- Antiaggreganti piastrinici: aumentano la fluidità del sangue, impedendo alle piastrine di aderire tra loro e dare avvio alla trombosi. Sono impiegati nella prevenzione della trombosi arteriosa, sia nelle persone a rischio sia in quelle che hanno già avuto degli episodi;

- Anticoagulanti: agiscono bloccando in parte i fattori che favoriscono la coagulazione, di norma prodotti dal fegato. Vengono utilizzati per ridurre il rischio di trombosi in pazienti con malattie venose e spesso allettati (o comunque soggetti a poco movimento).


Come prevenire un trombo? Migliorando le abitudini alimentari, facendo più attività fisica e smettendo di fumare, se si ha questa abitudine.

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