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Ovaio policistico: come curarlo senza farmaci

Questo disturbo ormonale causa molti inestetismi e può minare la fertilità. Ecco le soluzioni per affrontarlo

Foto: iStock




Acne, capelli grassi, peluria abbondante e ciclo ballerino: possono essere le spie della sindrome dell’ovaio policistico (o Pcos), disturbo ormonale e metabolico che colpisce circa il 10% delle donne in età fertile.

A maggior rischio quelle in sovrappeso perché i chili di troppo, quando c’è una predisposizione genetica, sono in grado di far da detonatore a questa disfunzione. Oggi, però, chi ne soffre può tornare a star bene con cure naturali che ridanno al ciclo la sua regolarità. Ed evitando che, alla lunga, la Pcos possa minare anche la fertilità.


Nasce da una ridotta sensibilità all'insulina 

«L’ovaio è “solo” la vittima e non la causa della sindrome», spiega il professor Vittorio Unfer, direttore sanitario del poliambulatorio specialistico Agunco di Roma e professore di ginecologia all’Università svizzera UniPoLiSi.

«Le vere colpe sono di una diminuita sensibilità delle cellule all’azione dell’insulina, ormone di norma delegato alla regolazione degli zuccheri. Si crea cioè un’insulino-resistenza, condizione che manda al massimo l’attività di un enzima (l’epimerasi) in grado di alterare anche l’equilibrio glucidico dell’ovaio.

Provoca infatti una drastica caduta delle quote di myo-inositolo, uno zucchero prezioso per il corretto funzionamento ovarico, e un aumento di quelle di d-chiro inositolo, un secondo zucchero che in condizioni fisiologiche è molto basso.

Complice questo sbilanciamento, l’ovaio produce più ormoni con azione maschile (primo tra tutti il testosterone) che hanno un’influenza negativa sul benessere e la salute di pelle e capelli: da lì i foruncoli, l’eccessiva produzione di sebo e i peli in eccesso. Non solo: l’abbassamento del myo-inositolo impedisce all’Fsh (ormone prodotto dall’ipofisi) di entrare in azione stimolando la maturazione degli ovuli,

Risultato finale: oltre agli indesiderati effetti estetici, anche l’ovulazione va in tilt. Il ciclo diventa più lungo o diserta addirittura il suo appuntamento, dando il via a una “anovulazione cronica”, che a lungo andare può portare alla sterilità».


Passa al contrattacco con la dieta "del piatto sano"

Se temi di soffrire di ovaio policistico, il primo step è mettere in nota una visita ginecologica e alcuni esami del sangue per valutare i livelli degli ormoni sessuali (dosaggio di Lh, Fsh, testosterone libero e totale, androstenedione, deidroepiandrostenedione).

Poi, se i tuoi problemi sono effettivamente legati ad un eccesso di insulina, niente paura: la prima medicina per tornare a star bene è smaltire i chili di troppo (alleati dello squilibrio che altera le funzioni dell’ovaio), con attività fisica di tipo aerobico e una dieta adeguata.

«Ok, dunque, ad almeno un’ora di camminata a passo sostenuto tutti i giorni, mentre sul fronte dietetico elimina dolci, zuccheri e soft drink e dai un taglio alle calorie», suggerisce il professor Unfer.

«Struttura la tua giornata a tavola secondo le regole del piatto sano, immaginando di suddividerlo ad ogni pasto in 4 parti: la prima da riservare a verdure e ortaggi crudi, la seconda alla frutta, la terza ai carboidrati (pane, pasta, riso, per esempio) e l’ultima alla carne, soprattutto bianca, alle uova o al pesce.

Nella scelta degli alimenti, presta inoltre un occhio di riguardo per quelli che ti forniscono il prezioso myo-inositolo: legumi (soprattutto lenticchie, fagioli e piselli) orzo, riso integrale, avena, grano saraceno, cavolfiori, arance, pompelmi, fragole e melone.

Infine, elimina il fumo, dannoso per l’ovaio, e cerca di dormire almeno 7-8 ore per notte: per evitare la produzione di grelina, sostanza che aumenta il desiderio di cibi grassi e dolci, spingendoti ad abbuffate che rischiano solo di farti metter su chili di troppo».


Ti aiuta anche un integratore specifico 

Per mettere alle corde la policistosi ovarica, oggi hai un alleato in più: «è un integratore contenente i due zuccheri che regolano le funzioni dell’ovaio (il myo-inositolo e il d-chiro inositiolo), mixati in un rapporto di 40 a 1, cioè nella proporzione ideale, quella presente normalmente nel sangue quando non ci sono alterazioni metaboliche», spiega il Professor Unfer.

Studi scientifici pubblicati sulla rivista Endocrinology and Gynecology hanno dimostrato che, ben calibrate e in sinergia, le due molecole sono in grado di ripristinare l’ovulazione nel 70% dei casi: in modo naturale e nel giro di soli 2 mesi. Infatti, dopo le cure, 2 donne su 3 possono programmare con successo l’arrivo di un bebè.

«Ne bastano due capsule al giorno. Le dosi di ogni zucchero (550 milligrammi di myo-inositolo e 13,8 milligrammi di d-chiro inositolo) sono sicure e non riservano nessun effetto collaterale indesiderato», rassicura il Professor Unfer. «Solo a dosaggi molto più alti, oltre i 10 g al giorno, l’utilizzo dei due zuccheri può provocare una maggior motilità intestinale e quindi la comparsa di attacchi di diarrea.

L’integratore ha un’azione benefica anche sull’acne, la salute dei capelli e la peluria di troppo, ma per ottenere risultati su questo fronte è necessario continuare la terapia per almeno 6-8 mesi.

Anche se si tratta di un integratore, è consigliabile assumerlo su indicazione e sotto il controllo del proprio ginecologo, che può monitorare l’andamento delle cure e la risoluzione della sindrome».


Quando prendere gli ormoni

Quando i problemi estetici sono gravi e persistenti, il medico può valutare se è il caso di utilizzare  in aggiunta all’integratore, la pillola anticoncezionale, indicata soprattutto per chi desidera anche una copertura contraccettiva.

Le più efficaci per la sindrome dell’ovaio policistico contengono progestinici che riducono la produzione di testosterone, come il ciproterone acetato, oppure il drospirenone. Quest’ultimo principio attivo ha anche un’azione diuretica e aiuta a tenere sotto controllo gli aumenti di peso. Indicato pure il cerotto contraccettivo: contiene norel estromina, un progestinico che riduce la produzione di sebo, senza però alterare l’idratazione cutanea. 


Sei più a rischio di diabete

Le donne che da giovani soffrono di policistosi ovarica, con l’arrivo del climaterio e la fine della vita fertile hanno un rischio 5 volte maggiore di soffrire di diabete di tipo 2: la maggior produzione di insulina all’origine della Pcos è la spia di una minor sensibilità delle cellule all’azione dell’ormone (o come dicono i medici di un ‘insulinoresistenza), una sorta di anticamera della malattia metabolica.

Non solo: hanno anche maggiori rischi di incorrere nell’ipertensione arteriosa e nell’ipercolesterolemia. Insomma, la sindrome funziona da segnale premonitore e per questo, non si deve abbassare la guardia anche quando l’ovaio termina naturalmente le sue funzioni.

Il segreto per evitare rischi: mantenere il peso forma, seguire un’alimentazione povera di zuccheri semplici ed effettuare regolarmente attività fisica.


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Articolo pubblicato sul n° 34 di Starbene in edicola dall'8/8/2017

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