Le mani sono un sistema complesso, in grado di compiere centinaia di movimenti fini. Indispensabili quando si lavora, si fa sport, si comunica... E allora perché non prendercene cura alleggerendo il carico di attività spesso ripetitive e dunque usuranti? Abbiamo chiesto alla specialista in ortopedia Alessandra Scalese, che si occupa di chirurgia della mano e di patologie muscolo tendinee dei musicisti, di darci delle “istruzioni per l’uso” per alcune delle attività più comuni: dall’utilizzo del mouse a quello dello smartphone, dalla pratica dello sci agli allenamenti fitness in palestra.
Quali tipi di malattie coinvolgono le mani?
Possiamo distinguere patologie da over-use (uso eccessivo) e da miduse (uso medio). Il primo è un movimento ripetitivo, reiterato così tante volte che alla lunga rischia di danneggiare le articolazioni (ad esempio le sarte che utilizzano sempre pollice e indice, o i baristi che muovono a scatto il polso alla macchina del caffè). In questo caso si possono mettere in atto degli accorgimenti per evitare di fare sempre lo stesso movimento. Oppure si possono utilizzare degli strumenti che creino un po’ di risparmio articolare, come ad esempio attrezzi più ergonomici, maniglie più grosse per diminuire la rotazione del polso, cesoie elettriche. Le patologie da mid-use, invece, sono tutte quelle che derivano da una postura scorretta. In questo caso si possono attuare misure preventive. Differenziare le due categorie permette di applicare terapie e strategie diverse ed efficaci.
Quali problemi ci crea il mouse?
Con il lockdown ci siamo ritrovati improvvisamente a lavorare dalla scrivania e poltrona dell’ufficio al tavolo e sedia della cucina. Un cambio deleterio che ha creato molti problemi come cervicobrachialgie, epicondiliti e tunnel carpale. La posizione mentre si lavora, infatti, può far la differenza. Perché, se è vero che il tunnel carpale viene anche a chi il pc non sa neanche accenderlo, alcuni accorgimenti da tenere alla scrivania possono aiutare a diminuirne l’incidenza. Qualche esempio? Mettere un piccolo rialzo per evitare l’eccessiva flessione del polso quando si usa il cursore del pc. Avere un buon appoggio dell’avambraccio. E utilizzare dei mouse verticali studiati apposta per facilitare il lavoro del polso.
E lo smartphone?
L’utilizzo sempre più frequente dello smartphone sta portando a riconoscere sempre più spesso l’insorgenza di patologie ad esso associate. Possiamo distinguere malattie dovute a movimenti ripetuti o stati patologici connessi con il mantenimento di posizioni non del tutto fisiologiche, per lungo tempo. Tra le problematiche dovute all’overuse, troviamo le tendiniti, soprattutto quelle dei flessori del polso (siamo portati a sorreggere il cellulare a polso flesso). Ma anche la tendinite del flessore lungo del pollice, dovuta ai rapidi e continui movimenti di flesso estensione del pollice per scrivere sulla tastiera. Il mantenimento della posizione flessa del polso, poi, può sollecitare negativamente il nervo mediano con probabilità di sviluppare una sindrome del tunnel carpale e conseguente formicolio (alle prime 3 dita e metà del IV dito della mano interessata). Inoltre, tenere il cellulare con una presa tra pollice e indice può determinare un sovraccarico dell’articolazione trapezio metacarpale, alla base del pollice, e se mantenuta per svariato tempo può generare dolore. Non solo il polso, anche il gomito può andare incontro a problemi. Ad esempio: nell’avvicinare lo smartphone al viso per rendere migliore la visione, si tende ad assumere la posizione a gomito flesso per svariato tempo. Questo può determinare un piccolo e continuo traumatismo del nervo ulnare, con conseguente comparsa di formicolio a IV e V dito.
Come prevenire tali problemi?
Oltre a non utilizzare lo smartphone continuativamente per periodi troppo lunghi, può essere utile appoggiare il cellulare sul tavolo e scrivere alternando le dita, in modo da suddividere l’impegno tra più tendini ed evitare di avere il gomito e il polso costantemente flessi. Gli attuali device, inoltre, sono dotati di metodi di scrittura facilitata che migliorano molto l’utilizzo della mano, consentendo movimenti più vari.
E negli sport come lo sci?
Le attività sportive possono determinare sulle mani, ma in generale sugli arti superiori, patologie dovute a traumi: lesioni acute, ma anche stati patologici dovuti all’utilizzo eccessivo o sbagliato di alcune articolazioni o strutture. Ad esempio, lo sci e l’utilizzo dei bastoncini può rendere più frequenti i traumi a livello del pollice, in particolare in sede “metacarpofalangea”. Quando, infatti, si viene a creare una situazione di perdita di controllo in cui il corpo prende velocità, il bastoncino rimane fisso nella neve e fa leva a livello della mano (proprio sul pollice). In tali situazioni si può lesionare un legamento importante per la stabilità dell’articolazione metacarpo falangea e per la funzionalità del pollice (il collaterale ulnare). In situazioni analoghe si va incontro anche a una frattura della base del pollice, nel punto di inserzione del legamento sull’osso. Sicuramente l’utilizzo di guanti da neve solidi può aiutare nel prevenire i traumi lievi.
In palestra?
Allo stesso modo l’utilizzo di pesi in palestra, a volte anche importanti, può determinare accidentalmente piccoli traumi ai legamenti delle mani e del polso, con insorgenza di instabilità articolari, dolore e limitazione funzionale. In particolare, richiedono più attenzione gli sport da combattimento, con traumi a mano e polso, seguite per frequenza da spalla e dal gomito. Negli sportivi amatoriali sono maggiormente interessati i legamenti, mentre le lesioni ossee possono colpire i professionisti. Come evitare i traumi? Sicuramente con tecniche di bendaggio accurate e precise, ma anche con guantoni adatti all’attività sportiva praticata.
E il padel?
Come il tennis, può associarsi all’insorgenza di epicondilite, legata alla resistenza che polso e gomito devono produrre nel momento di impatto tra la racchetta e la pallina, ma anche alla ripetizione del movimento in posizioni non del tutto favorevoli per le articolazioni e i tendini. È una patologia dolorosa che può anche diventare cronica, e spesso richiede un trattamento fisioterapico, infiltrativo con fattori di crescita e talvolta chirurgico. Si previene con un’adeguata preparazione sportiva, stretching prima di iniziare e una particolare attenzione alle caratteristiche tecniche della racchetta.
E per tutte le altre attività?
La mia raccomandazione è di prestare sempre attenzione ai movimenti che svolgono quotidianamente le nostre mani e averne consapevolezza. Solo così si può intervenire in tempo per correggere piccole abitudini scorrette e risparmiarsi il dolore!
Articolazioni della mano, 4 attività a rischio
Suonare il piano o altri strumenti. musicisti sviluppano patologie da over-use, ma anche da postura scorretta. Il pianista che ha lo sgabello troppo alto o troppo basso, il gomito un po’ esteso e il polso molto flesso, rischia tendiniti ed epicondiliti.
Fare lavori di cucito. Per limitare i danni si può evitare di ricorrere sempre allo stesso schema pollice-indice, magari usando di volta in volta una porzione diversa delle dita coinvolte. Come prevenzione, ci sono esercizi di fisioterapia.
Impastare a mano. Quando il movimento è ripetuto e continuo (nessun problema per chi impasta qualche volta per hobby) si arriva a uno stato infiammatorio. La postura non si può cambiare, però si possono fare delle pause distribuendo il lavoro su più giorni.
Usare la macchina fotografica. Il problema è il peso della macchina fotografica e degli obiettivi. Il consiglio? Portare l’apparecchio ogni tanto al collo e non sempre in mano per alleggerire il carico. Ci sono anche tracolle che si agganciano alla cintura.
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