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Abrasioni: le mosse giuste per fare la medicazione da soli

Per evitare rischi di infezione e antiestietiche cicatrici bisogna seguire alcune regole base. Scopri quali sono

credits: iStock




Una caduta dalla bici o dallo scooter. Uno scivolone mentre corri o giochi a tennis su un campo sintetico. La dinamica è sempre la stessa: l’impatto con il terreno non è diretto, ma di striscio. E il risultato è una
sbucciatura, quella che in gergo medico si definisce abrasione.

Come bisogna effettuare la medicazione? E quali sono i rimedi più efficaci per una guarigione rapida e sicura? Ce lo spiega il dottor Claudio Menon, coordinatore nazionale del corso di formazione su ferite e suture della Società italiana di medicina di emergenza e urgenza (Simeu).


Lava bene la ferita 

La sbucciatura provoca una sensazione di bruciore diffuso, ma non è mai una ferita profonda: «Riguarda soltanto gli strati più superficiali della pelle, anche solo quello corneo, dove non ci sono vasi sanguigni di rilievo.

Questo spiega perché non fuoriesce mai molto sangue, ma filtra solo del liquido trasparente, il plasma, proprio perché la parte interessata è stata privata dello strato protettivo più esterno», spiega il dottor Menon. Queste abrasioni della cute, però, sono ferite molto “sporche”: «Vuol dire che hanno un’alta carica batterica, che va ridotta rapidamente e il più possibile.

Ecco perché la cosa migliore da fare è tenere per un paio di minuti la zona interessata sotto l’acqua corrente o versarci sopra il contenuto di una bottiglia», suggerisce l’esperto.


Non lasciarla asciugare al sole

La ferita va asciugata con una garza sterile o all’aria, ma facendo attenzione a evitare il sole diretto: «I raggi velocizzerebbero la guarigione, ma questa rapidità fa sì che la pelle “nuova” sia più scura. Con il rischio quindi che rimanga la cicatrice», sottolinea il medico.

Subito dopo è il momento del disinfettante, che va usato molto diluito e lasciato asciugare da solo.


Applica una garza medicata

Quindi si ricopre il tutto con una garza medicata non adesiva: imbevuta di paraffina non aderisce alla ferita che, così, si rimargina prima proprio perché non entra in contatto con filamenti o tessuti. Sopra va posta un’altra garza sterile che si può tenere ferma con del cerotto di carta.

La medicazione va sostituita una volta al giorno, disinfettando con cura: «No quindi al contatto diretto con i cerotti ne tantomeno vestiti. Sconsiglio anche di usare polveri, spray o pomate cicatrizzanti che asciugano troppo la cute.

La ferita guarisce meglio in modo lento e naturale, lasciandola il più possibile umida e morbida e aspettando 5-6 giorni prima di eliminare ogni protezione», conclude il dottor Menon.


Occhio al rischio tetano

Trattare correttamente un’abrasione previene il rischio di prendere il tetano (com’è accaduto nelle scorse settimane in Sardegna a un bambino che non era vaccinato, caduto dalla bicicletta). «Terriccio e sporcizia  ono i principali veicoli della malattia», spiega il dottor Claudio Menon.

«Se una ferita sporca non viene trattata come si deve, dopo 6-7 ore può complicarsi e il rischio infezione diventa concreto». Il modo migliore per proteggersi tuttavia è il vaccino: «A chi già lo ha fatto basta un richiamo, dal medico. Agli altri non serve farlo al momento dell’incidente, perché è efficace dopo 20 giorni.

Il medico di base prescriverà invece un’iniezione di siero antitetanico con anticorpi ad hoc», precisa l’esperto.



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Articolo pubblicato sul n. 31 di Starbene in edicola dall'18/7/2017

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