Uno studio dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma dimostra come una dieta corretta e ipocalorica riesca anche a mantenere giovane il cervello grazie al coinvolgimento di una molecola che lo protegge dall'invecchiamento. Se finora la relazione tra il mangiare troppo e l'invecchiamento della mente era un fatto accertato, questo studio, pubblicato su "Proceedings of the National Academy of Sciences Usa" (PNAS), ne spiega il meccanismo.
La preziosa "sentinella" anti-aging si chiama Creb1 e, secondo i ricercatori della Cattolica, si attiva con un regime alimentare povero di calorie e, in particolare, contenente circa il 30% in meno delle calorie consigliate giornalmente. Mentre una dieta smodata ne blocca la funzionalità.
Questa molecola mette in moto un meccanismo di difesa che agisce sui neuroni e ne impedisce la rapida degenerazione, che sta alla base di malattie come l'Alzheimer.
I topi sottoposti a restrizione calorica, oltre a non andare incontro a obesità e diabete, presentano migliori performance cognitive, sono meno aggressivi e non sviluppano, se non molto più tardivamente, alterazioni comparabili a quelle della malattia di Alzheimer e, comunque, in forma meno grave rispetto agli animali supernutriti.
La scoperta della Creb1 è importante perché consente lo studio e la messa a punto di nuovi farmaci per contrastare la degenerazione cerebrale.
"La speranza - afferma il dottor Giovambattista Pani, ricercatore dell'istituto di patologia generale, facoltà di medicina e chirurgia università Cattolica del Sacro Cuore e a capo dell'équipe che ha condotto lo studio - è che si trovi il modo di attivare Creb1, per esempio attraverso nuovi farmaci, anche senza doversi sottoporre a una dieta ferrea".