I benefici della corsa per il corpo sono noti e chiari a tutti. Ma cosa succede alla mente? Secondo un recente studio, condotto dal neuroscienziato di fama internazionale Olivier Oullier, per conto dall’azienda americana di sportswear Brooks, correndo ci si rilassa e si spiana la strada alle nuove idee. È l’effetto runfulness, ossia la mindfulness applicata al running (dall’unione di run, correre, e mindfulness), che porta ad allenare la consapevolezza e la concentrazione a passo di corsa, predisponendo la mente alla creatività.
Con il runfulness la concentrazione aumenta
La ricerca americana si è posta l’obiettivo di misurare scientificamente i livelli di stress e di concentrazione dei runner, prima, durante, e dopo la sessione di corsa. Ai partecipanti sono stati applicati dei sensori cerebrali wireless in grado di monitorare l’attività della corteccia cerebrale e sono stati confrontati i parametri pre e post corsa. Il risultato? Nell’80% dei partecipanti è stato evidenziato un netto calo dei livelli di stress in seguito all’attività, con un effetto libera-mente.
E c’è di più. Brooks ha condotto un sondaggio sui runner europei, chiedendo loro se la corsa avesse aiutato a prendere decisioni o a concretizzare progetti. L’80% ha risposto di sì, il running ha messo in moto idee che hanno migliorato la vita personale e lavorativa. Il motivo? I movimenti ciclici e ripetitivi del running aprono la mente a uno stato simile a quello meditativo, permettendo di connettersi con se stessi e distaccarsi da ciò che genera stress. E questo porta a una condizione di armonia psicofisica, proprio come succede con la mindfulness.
Le tecniche meditative da applicare al running
Ma correre non basta. Per sfruttare al meglio questo stato mentale, infatti, esistono tecniche meditative da applicare all’allenamento. È il caso del Mindful Running, così chiamato da Andrea Colombo, ex atleta olimpico, psicologo dello sport e direttore scientifico del master in Psicologia dello sport di Milano.
«L’idea di applicare la mindfulness alla corsa nasce qualche anno fa dallo studio delle potenzialità dell’esercizio fisico sulla salute mentale. Mi chiesi come lo sport potesse essere un veicolo terapeutico di costruzione del benessere e iniziai a interessarmi alla mindfulness. Quando noi siamo connessi mentalmente, infatti, raggiungiamo un livello di efficienza, benessere e motivazione superiore. Scoprii che applicare la consapevolezza alla corsa porta a uno stato mentale di forte concentrazione, migliora la gestione dello stress, insegna ad ascoltarsi e, col tempo, incrementa la creatività, come dimostrato dallo studio americano. Ma deve essere fatto secondo determinati criteri, come un vero e proprio allenamento», specifica Colombo.
GLI ESERCIZI PER PREPARARSI ALLA RUNFULNESS
- Come iniziare allora? «La sessione comincia con un esercizio per trovare il proprio centro. Stando ferma e in piedi, metti il pollice dentro l’ombelico e appoggia le altre quattro dita sulla pancia. Immagina che attraverso questo centro passi l’aria e il respiro. Sentirai che le tue spalle automaticamente si rilassano. Questa fase dura circa dieci minuti
- All'esercizio sopra segue la focalizzazione dell’attenzione sul respiro. Ascolta il tuo respiro e ogni volta che la mente se ne va, riportala lì. L’esercizio base di questa pratica non è l’inspirazione, ma l’espirazione profonda che ti consente di buttare fuori l’aria fino in fondo. Questo decontrae le spalle e rende il movimento più fluido», spiega l’esperto. Ed è anche un modo per buttar fuori pensieri e preoccupazioni.
- Dopo le fasi preliminari di centratura e concentrazione sul respiro si può partire lentamente con la corsa, aumentando gradualmente il ritmo. «Focalizzati sull’appoggio del piede, cercando di mantenere l’attenzione su ogni singolo centimetro che copre il terreno», continua Andrea Colombo. «Domandati cosa senti quando i tuoi muscoli si tendono e poi si rilassano. Lascia stare il cronometro e ascolta ciò che accade al tuo corpo man mano che corri, concentrandoti sulla fatica, i dolori, il respiro e le sensazioni. La concentrazione ha un andamento preciso che attraversa tre momenti: prima è interna, sul tuo corpo; poi si sposta sul respiro e infine sull’ambiente che ti circonda. In questo modo si è più ricettivi nei confronti di ciò che è attorno. E le braccia? Devono di tanto in tanto essere lasciate libere lungo i fianchi, senza seguire il movimento della corsa. In questo modo si percepisce il rilassamento delle spalle e la respirazione si modifica di conseguenza diventando più profonda e diaframmatica.
- Un altro esercizio che puoi fare in tema di consapevolezza tattile è tenere in mano qualcosa, come le chiavi o il cellulare (ma senza guardarlo), perché così alleni la propiocettività. La sessione si conclude con dieci minuti di defaticamento: fermati e concentrati su ciò che è cambiato nel tuo corpo rispetto all’inizio. Come? Puoi focalizzarti sulle sensazioni che provi in quel momento, per esempio sulla fatica che percepisci nei muscoli. Questa è la consapevolezza: cambiare prospettiva su ciò che diamo per scontato», conclude l’esperto.
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Articolo pubblicato sul n. 8 di Starbene in edicola dal 13 luglio 2021