di Anna Pugliese (ha collaborato Gerardo Antonelli)
Basta entrare in una qualsiasi palestra di CrossFit per rendersi conto che questa disciplina è sempre più femminile. «In gran parte dei centri il 60% degli iscritti è donna. È un'attività impegnativa, in cui devi dare il massimo e le donne sono le più grintose e determinate», conferma Giulio Borgino, CrossFit Level 2 trainer certificate all'Audace Fight & Fitness Club di Trieste.
Altro dettaglio importante: a frequentare i corsi sono soprattutto le over 45, che inseriscono questo training tra i mille impegni del lavoro e della famiglia. «Alcune non hanno mai fatto sport e arrivano grazie al passaparola, un po’ timorose. Basta poco però perché si appassionino, spinte dalla voglia di migliorarsi. I benefici sono pressoché immediati e i risultati concreti: un corpo più forte e reattivo, ma anche una silhouette più definita, gambe e spalle toniche, glutei sodi», prosegue l’esperto. «Inoltre, dal punto di vista psicologico alzare un bilanciere o sollevarsi sugli anelli, insomma fare qualcosa che pareva impossibile, regala sicurezza in se stesse e determinazione».
Un allenamento di successo
Il CrossFit non è una disciplina nuova: è nato negli anni Settanta da un’idea di Greg Glassman, un ex ginnasta diventato preparatore atletico, poi gestore dal 1995 della prima palestra dedicata, in California. Oggi il movimento conta milioni di appassionati e migliaia di centri associati, detti "box", in tutto il mondo. A determinare un tale successo concorre anche il fatto che si tratta di un workout estremamente adattabile, perfetto per sostenere la crescita nei ragazzini, rimettere in forma le neomamme, regalare anche fiato e resistenza al super palestrato e soprattutto ideale per aiutare chi fa una vita sedentaria a prendersi cura del suo corpo, ritrovando tono muscolare, coordinazione e forza.
«Si tratta di "movimenti funzionali costantemente variati, eseguiti ad alta intensità"», specifica Sara Sigmundsdóttir, sollevatrice di pesi che vanta in bacheca due terzi posti ai Crossfit Games, dove trova spazio l'agonismo. «Esercizi mirati al benessere fisico, ai quali il circuito aggiunge varietà e forza».
Dimentichi la noia
«Ogni training, con le sue tante sfide, è molto stimolante e crea una dipendenza positiva», prosegue Sara Sigmundsdóttir. «In uno stesso allenamento coesistono la corsa e gli slanci con i kettlebell, squat e push up a corpo libero, stacchi con il bilanciere e magari anche qualche chilometro di vogate», continua l'esperta. «Quindi serve tanta versatilità, soprattutto di testa, e perseveranza», aggiunge l'atleta islandese.
«Io vengo dal sollevamento pesi, ho tanti muscoli e ho “faticato” per adattarmi ai ritmi e allo sforzo della corsa, così come nelle prove a corpo libero, dove si esalta la coordinazione e la leggerezza del gesto. Migliorare anche in questo tipo di movimenti mi ha reso un’atleta migliore e una persona più completa».
Un circuito efficace
(Disegni di Alessandra Scandella)
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