Che cos’è l’autostima familiare e perché è importante

Per gli psicologi l’autostima familiare è la chiave per stare bene in famiglia, grandi e piccoli, e avere un clima sereno in casa. Come fare per raggiungere questo obiettivo



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Siamo abituati a pensare all’autostima come a una dote individuale, un’abilità che ci permette di stare bene con noi stessi e con gli altri. Ora, però, due psicoterapeuti dell’età evolutiva, Barbara Tamborini e Alberto Pellai, sono arrivati a una nuova conclusione: non c’è solo l’autostima personale, ma esiste anche quella familiare. Vediamo insieme di che cosa si tratta.


A ognuno la sua parte

«La famiglia è un ecosistema fatto di abitudini, linguaggi, automatismi e riti che mettono in connessione tutti i suoi membri. Quindi è molto probabile che persone della stessa famiglia abbiano un modello di autostima più o meno simile», spiegano i due esperti nel libro Il metodo famiglia felice – Come allenare i figli alla vita (De Agostini).

L’autostima familiare, tuttavia, non è solo la somma della sicurezza dei singoli componenti. È piuttosto la capacità del nucleo di funzionare bene, di agire e relazionarsi in modo da perseguire la felicità collettiva. «Una famiglia con un alto quoziente di autostima è il luogo in cui ognuno si sintonizza sull’imperfezione degli altri, offrendo a tutti la possibilità di darsi valore e di realizzarsi nella vita. È il luogo in cui ogni membro rinuncia a un pezzettino di sé affinché tutti raggiungano il loro potenziale», spiega il dottor Pellai.

L’autostima familiare si nutre della quotidianità. «Il fattore tempo è fondamentale», prosegue lo psicoterapeuta. «Un adulto che trascorre del tempo di qualità con i figli fornisce una prova tangibile della loro importanza e del loro valore. E conferma a se stesso che il legame tra un genitore e un figlio è fonte di emozioni irripetibili».


Regole certe e condivise

L’autostima familiare ha origine dalla consapevolezza. «Che idea abbiamo gli uni degli altri? E che reazioni provocano in noi i punti di debolezza e le criticità dei vari membri della famiglia? È importante porsi queste domande. Soprattutto per i genitori», spiega Pellai. «Perché in questo modo eviteranno di lasciar trapelare eventuali insoddisfazioni e di provocare senso di inadeguatezza in chi riceve critiche e rimproveri poco costruttivi».

L’autostima familiare si fonda, poi, sul progetto educativo. «Troppo spesso si vedono mamme e papà deboli, indecisi, incerti addirittura su cosa mettere nel piatto del figlio, che invece dovrebbe essere nutrito prima di tutto di certezze e regole chiare. E un bambino, di fronte alla confusione degli adulti, è confuso. Educare un figlio non può essere frutto dell’improvvisazione, ma deve seguire una linea condivisa», afferma lo psicoterapeuta.



Come raggiungere l’obiettivo

  • A tavola. «I pasti sono momenti importanti che andrebbero il più possibile condivisi», dice il dottor Alberto Pellai. «Raccontarsi la giornata o discutere delle esperienze fatte fa capire ai bambini che la famiglia è un luogo dove si può parlare di tutto».
  • Nel tempo libero. «Niente è più importante che condividere ogni giorno qualche momento piacevole per tutti. Fare insieme qualcosa di bello unisce e rende più forti», spiega Pellai. «La dimensione del gioco è quella ideale».
  • Davanti a un film. Guardarlo insieme è l’occasione per parlare di emozioni e imparare a riconoscerle. I bambini amano il linguaggio cinematografico e con un genitore disponibile al loro fianco potranno acquisire competenze importanti.


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