È un gesto che fa parte dei rituali estivi: mettere il doposole dopo aver passato tante ore all’aperto, in spiaggia, ma anche in piscina o facendo sport. Un momento di benessere che ripristina l’idratazione, lenisce gli arrossamenti incipienti, contrasta l’attacco dei radicali liberi che, sotto i raggi UV, si scatenano e possono accelerare il fotoinvecchiamento.
Per tutte queste ragioni, spalmare una crema qualunque o, addirittura, non mettere nulla (come fanno in molti), con la scusa del “lasciare riposare” l’epidermide, non è la soluzione giusta, anzi. Per preservare e incrementare il potenziale di autoriparazione della pelle, soprattutto i primi e cruciali giorni di esposizione, è fondamentale un prodotto doposole specifico che contenga quindi attivi idratanti ed emollienti, oltre a ingredienti che leniscano l’epidermide arrossata e una buona dose di antiossidanti, ottimi per bilanciare il proliferare di radicali liberi generati dallo stress a cui è sottoposta sotto i raggi solari.
La differenza tra un doposole e un idratante “normale”
Un prodotto qualsiasi, infatti, è meno ricco di sostanze emollienti di un doposole e non aiuta a far risaltare e fissare l’abbronzatura. Men che meno ha la capacità di rinfrescare la cute arrossata o semplicemente surriscaldata né di lenire in caso di pelle “che tira”. Anche i fototipi scuri, quelli che si abbronzano in poco tempo senza scottarsi hanno solo da guadagnare dall’uso sistematico sul corpo, ma anche sul viso, di un prodotto after sun: la tintarella ne risulta più uniforme e duratura, al riparo da desquamazione e secchezza.
Chi non ama le consistenze ricche e diffida dei doposole, temendo laboriose applicazioni e risultati untuosi, dovrà ricredersi: ora ce n’è di tanti tipi, in latte, in crema, da spruzzare senza spalmare (i preferiti dai bambini, ma anche da lui), tutti piacevoli e vellutati, non ungono e si assorbono in un attimo. Ne abbiamo valutati 14 e, tra questi, 4 sono quelli che ci sono piaciuti di più. Leggi con quale criterio li abbiamo preferiti.
La formula
«Quando ti esponi al sole le prime volte opta per formule ricche di emollienti e idratanti come aloe vera e acido ialuronico, che aiutano a ripristinare il film idrolipidico messo a dura prova da raggi, vento, salsedine, cloro. Non devono mancare ingredienti, naturali e no, dalle virtù lenitive, come l’estratto di cetriolo o il bisabololo, che si ottiene dalle piante e ha la capacità di “spegnere” gli arrossamenti», spiega il cosmetologo Umberto Borellini, docente presso diversi atenei.
La presenza di agenti rinfrescanti come il mentolo o l’estratto naturale di menta, inoltre, aiuta a sentire meno il fastidio della pelle arrossata, soprattutto a inizio estate, quando i melanociti non sono al loro massimo, oltre a dare sollievo anche a fine vacanze se la calura ha imperversato durante la giornata.
«Consigliata anche la presenza di antiossidanti: lo stress ossidativo causato dal sole accelera sensibilmente il fotoinvecchiamento, quindi occorrono “antidoti” come la vitamina E, l’estratto di melagrana, l’olio di lampone e di anguria e i polifenoli, mentre gli oli vegetali dermoaffini (olio di oliva, di cocco, di girasole), dalle virtù elasticizzanti, rendono l’abbronzatura più luminosa e uniforme», suggerisce il cosmetologo.
Dato che la pelle è già messa a dura prova, abbiamo preferito le creme con pochi allergeni, senz’alcol (è presente in molti doposole perché dona un’immediata sensazione di freschezza, ma può irritare, specie i soggetti più sensibili o alle prese con i primi giorni di esposizione), con un’elevata concentrazione di attivi di qualità e zero petrolati.
Anche i prodotti che contenevano parabeni sono stati scartati: sono conservanti controversi perché sospettati di interferire con il sistema endocrino.
La prova
Abbiamo applicato i doposole su viso (dove indicato) e corpo, dopo una giornata all’aperto e una doccia tiepida con detergente solare, per eliminare dolcemente le creme con SPF e non stressare la pelle.
Abbiamo valutato la consistenza e quindi la spalmabilità sulla cute (pensando a chi si è scottato, per esempio, ma anche a chi, se l’operazione va per le lunghe, smette presto di utilizzare il doposole), la facilità di erogazione, la fragranza (il profumo deve essere piacevole, ma non invadente o troppo caratterizzato), ma soprattutto il risultato sulla cute dopo 10 minuti e dopo un’ora dall’applicazione. L’epidermide doveva risultare vellutata, senza appiccicare.
Il consiglio
«Per garantire alla famiglia un utilizzo costante del doposole per tutto il periodo dell’esposizione, meglio scegliere un prodotto molto fluido, magari da vaporizzare anziché spalmare: chi ha molti peli detesta applicare le creme, mentre i più piccini tendono a sottrarsi più che possono alle operazioni troppo lunghe. Le formule visocorpo sono adatte a tutti, adulti e bambini, mentre i doposole antiage (che qui non abbiamo testato) sono consigliati a partire dai 40 anni: contengono principi attivi antirughe e antimacchia e possono sostituire la crema notte», conclude Borellini.
I nostro Lab tester: Dott. Umberto Borellini, cosmetologo e docente presso vari atenei; Laurence Donnini, giornalista.
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Articolo pubblicato sul numero n° 8 di Starbene in edicola e in digitale dal 13 luglio 2021