ZAREDROP OS SOLUZ FL60ML+SIR -Interazioni

ZAREDROP OS SOLUZ FL60ML+SIR Controindicazioni Posologia Avvertenze e precauzioni Interazioni Effetti indesiderati Gravidanza e allattamento Conservazione

Inibitori della monoamino–ossidasi (anti–MAO) Anti–MAO irreversibili non selettivi Venlafaxina non deve essere usata in associazione con anti–MAO irreversibili non selettivi. Non si deve iniziare l’uso di venlafaxina per almeno 14 giorni dopo la sospensione del trattamento con un anti–MAO irreversibile non selettivo. Si deve interrompere il trattamento con venlafaxina almeno 7 giorni prima di iniziare il trattamento con un anti–MAO irreversibile non selettivo (vedere paragrafo 4.3 e 4.4). – Inibitore reversibile selettivo della MAO–A (moclobemide) A causa del rischio di sindrome serotonininergica, è sconsigliata l’associazione tra venlafaxina ed un anti–MAO reversibile e selettivo, come la moclobemide. Dopo trattamento con un inibitore della MAO reversibile, il periodo di sospensione prima di iniziare il trattamento con venlafaxina può essere più breve di 14 giorni. Si raccomanda di sospendere la venlafaxina per almeno 7 giorni prima di iniziare il trattamento con un anti–MAO reversibile (vedere il paragrafo 4.4). – Anti–MAO reversibili non–selettivi (linezolid) L’antibiotico linezolid è un debole anti–MAO reversibile e non–selettivo che non deve essere somministrato a pazienti trattati con venlafaxina (vedere paragrafo 4.4). In pazienti in cui di recente è stato sospeso un anti–MAO e hanno iniziato l’assunzione di venlafaxina, o in cui di recente è stata sospesa la terapia con venlafaxina prima di iniziare un anti–MAO, sono state riportate gravi reazioni avverse. Queste reazioni comprendevano tremore, mioclono, diaforesi, nausea, vomito, vampate di calore, capogiro e ipertermia con caratteristiche che assomigliavano ad una sindrome neurolettica maligna, convulsioni e morte. Sindrome serotoninergica Come avviene con altri farmaci serotoninergici, con venlafaxina si può verificare la sindrome serotoninergica, una condizione potenzialmente pericolosa per la vita, soprattutto con l’uso concomitante di altri farmaci che possono modulare il sistema di neurotrasmissione serotoninergica (come i triptani, gli SSRI, gli SNRI, il litio, la sibutramina, il tramadolo o l’erba di San Giovanni [Iperico perforato], il fentanil ed i suoi analoghi, il destrometorfano, il tapentadolo, la petidina, il metadone e la pentazocina), con medicinali che interferiscono con il metabolismo della serotonina (compresi gli anti–MAO per es. blu di metilene), o con i precursori della serotonina (come supplementi a base di triptofano). Se è giustificato dal punto di vista clinico il trattamento concomitante con venlafaxina e un SSRI, un SNRI o un agonista del recettore della serotonina (triptano), si consiglia un’attenta osservazione del paziente, specialmente durante l’inizio del trattamento e gli incrementi della dose. Non è raccomandato l’uso concomitante di venlafaxina con precursori della serotonina (come i supplementi di triptofano) (vedere il paragrafo 4.4). Sostanze attive sul SNC Il rischio di usare venlafaxina in associazione con altre sostanze attive sul SNC non è stato valutato sistematicamente. Di conseguenza, si consiglia di usare cautela quando si assume venlafaxina in associazione con altre sostanze attive sul SNC. Etanolo È stato dimostrato che venlafaxina non aumenta l’alterazione delle capacità mentali e motorie causata dall’etanolo. Tuttavia, come avviene con tutte le sostanze attive sul SNC, bisogna consigliare ai pazienti di evitare il consumo di alcool. Effetti della venlafaxina su altri farmaci metabolizzati dagli isoenzimi del citocromo P450 Studi in vivo indicano che la venlafaxina è un inibitore relativamente debole del CYP2D6. La venlafaxina non inibisce il CYP3A4 (alprazolam e carbamazepina), il CYP1A2 (caffeina), e il CYP2C9 (tolbutamide) o il CYP2C19 (diazepam) in vivo. Medicinali che prolungano l’intervallo QT Il rischio di un prolungamento dell’intervallo QTc e/o di aritmie ventricolari (per es. TdP) è aumentato con l’uso concomitante di altri medicinali che prolungano l’intervallo QTc. La co–somministrazione di tali medicinali deve essere evitata (vedere paragrafo 4.4). Classi rilevanti includono: • antiaritmici di classe Ia e III (per es. chinidina, amiodarone, sotalolo, dofetilide) • alcuni antipsicotici (per es. tioridazina) • alcuni macrolidi (per es. eritromicina) • alcuni antistaminici • alcuni antibiotici chinolonici (per es. moxifloxacina) Il suddetto elenco non è esaustivo ed altri medicinali noti per prolungare in modo significativo l’intervallo QT devono essere evitati. Effetto di altri medicinali sulla venlafaxina Ketoconazolo (inibitore di CYP3A4) Uno studio farmacocinetico con ketoconazolo, in metabolizzatori veloci (MI) e lenti (MP) dell’isoenzima CYP2D6 ha fornito risultati di AUC più alte sia di venlafaxina (70% e 21% rispettivamente in soggetti PM e EM di CYP2D6) che di O–desmetilvenlafaxina (33% e 23% rispettivamente in soggetti PM e EM di CYP2D6) dopo somministrazione di ketoconazolo. L’impiego concomitante di inibitori di CYP3A4 (ad esempio: atazanavir, claritromicina, indinavir, itraconazolo, voriconazolo, posaconazolo, ketoconazolo, nelfinavir, ritonavir, saquinavir, telitromicina) e venlafaxina può aumentare i livelli di venlafaxina e di O–desmetilvenlafaxina. Pertanto, si consiglia cautela se la terapia del paziente comprende un inibitore di CYP3A4 e venlafaxina in concomitanza. Effetto della venlafaxina su altri medicinali Litio Con l’impiego concomitante di venlafaxina e litio può verificarsi sindrome serotoninergica (vedere sindrome serotoninergica). Diazepam Venlafaxina non ha alcun effetto sulla farmacocinetica e sulla farmacodinamica del diazepam e del suo metabolita attivo, il desmetildiazepam. Diazepam non sembra influenzare la farmacocinetica né della venlafaxina né del suo metabolita attivo O–desmetilvenlafaxina. Non è noto se esista un’interazione farmacocinetica e/o farmacodinamica con altre benzodiazepine. Imipramina Venlafaxina non influenza la farmacocinetica dell’imipramina e della 2–OH–imipramina. Si è osservato un aumento dose–dipendente dell’AUC della 2–OH–desipramina da 2,5 a 4,5 volte somministrando venlafaxina alla dose da 75 mg a 150 mg/die, mentre l’imipramina non influenza la farmacocinetica della venlafaxina e dell’O–desmetilvenlafaxina. Il significato clinico di questa interazione è sconosciuto. Bisogna usare cautela nella somministrazione concomitante di venlafaxina ed imipramina. Aloperidolo Uno studio farmacocinetico con aloperidolo ha mostrato una diminuzione del 42% della sua clearance orale totale, un aumento del 70% dell’AUC, un aumento dell’88% di Cmax, ma nessuna variazione dell’emivita dell’aloperidolo. Questo dato deve essere tenuto presente in pazienti trattati con aloperidolo in associazione a venlafaxina. Il significato clinico di questa interazione è sconosciuto. Risperidone Venlafaxina aumenta del 50% l’AUC del risperidone, ma non altera significativamente il profilo farmacocinetico complessivo delle molecole attive (risperidone più 9–idrossirisperidone). Il significato clinico di questa interazione è sconosciuto. Metoprololo La somministrazione concomitante di venlafaxina e metoprololo in volontari sani in uno studio di interazione farmacocinetica per entrambi i medicinali ha determinato un aumento della concentrazione plasmatica del metoprololo di circa il 30–40% senza alterare le concentrazioni plasmatiche del suo metabolita attivo, a–idrossimetoprololo. La rilevanza clinica di questo riscontro in pazienti ipertesi è sconosciuta. Metoprololo non altera il profilo farmacocinetico della venlafaxina o del suo metabolita attivo, la O–desmetilvenlafaxina. Bisogna usare cautela nella somministrazione contemporanea di venlafaxina e metoprololo. Indinavir Uno studio farmacocinetico con indinavir ha mostrato una diminuzione del 28% dell’AUC e una diminuzione del 36% di Cmax dell’indinavir. L’indinavir non influenza la farmacocinetica della venlafaxina e dell’O–desmetilvenlafaxina. Il significato clinico di questa interazione è sconosciuto. Contraccetivi orali Durante l’esperienza post–marketing, sono state riportate gravidanze non attese in soggetti che assumevano contraccettivi orali durante il trattamento con la venlafaxina. Non c’è chiara evidenza che tali gravidanze siano state il risultato dell’interazione farmacologica con la venlafaxina. Non sono stati effettuati studi di interazione di venlafaxina con contraccettivi ormonali.

Farmaci

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