LISINOPRIL ID MY 14CPR 20+12,5 -Avvertenze e precauzioni
Trapianto di rene Lisinopril e idroclorotiazide non devono essere usati poiché non ci sono esperienze in pazienti che abbiano recentemente subito un trapianto di rene. Reazioni anafilattoidi in pazienti in emodialisi L’uso di lisinopril-idroclorotiazide non è indicato in pazienti che richiedono la dialisi per insufficienza renale. Sono stati segnalati casi di reazioni anafilattoidi in pazienti sottoposti ad alcune procedure di emodialisi (ad es. con membrane ad alto flusso AN 69 e durante l’aferesi delle lipoproteine a bassa densità (LDL) con destrano solfato che erano trattati contemporaneamente con un ACE inibitore. In questi pazienti deve essere preso in considerazione l’uso di un tipo diverso di membrana da dialisi o di un altro gruppo di antiipertensivi. Reazioni anafilattoidi correlate all’aferesi delle lipoproteine a bassa densità (LDL) In rare occasioni, pazienti trattati con ACE inibitori nel corso dell’aferesi delle lipoproteine a bassa densità (LDL) con destrano solfato hanno avuto reazioni anafilattoidi a rischio per la loro vita. Questi sintomi possono essere evitati sospendendo temporaneamente la terapia con l’ACE inibitore prima di ogni aferesi. Desensibilizzazione Pazienti che ricevono ACE inibitori nel corso di un trattamento di desensibilizzazione (ad es. veleno di imenottero) hanno subito reazioni anafilattoidi. In questi stessi pazienti, queste reazioni sono state evitate quando gli ACE inibitori sono stati temporaneamente sospesi, ma sono ricomparse in seguito alla risomministrazione involontaria del medicinale. Etnia Gli inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina causano un maggiore tasso di angioedema in pazienti neri che in pazienti non neri. Come per altri ACE inibitori, il lisinopril può risultare meno efficace nell’abbassare la pressione sanguigna in pazienti neri piuttosto che nei non neri, probabilmente a causa di una maggiore prevalenza di stati di bassa renina nella popolazione nera ipertesa. Tosse Con l’uso di ACE-inibitori è stata segnalata tosse. Si tratta tipicamente di tosse non produttiva, persistente, che scompare dopo la sospensione del trattamento. La tosse indotta dagli ACE inibitori deve essere presa in considerazione nella diagnosi differenziale della tosse. Chirurgia/anestesia In pazienti sottoposti a interventi chirurgici importanti o anestetizzati con sostanze che provocano ipotensione, il lisinopril può bloccare la formazione dell’angiotensina II secondaria al rilascio compensatorio di renina. Se si verifica ipotensione a causa di questo meccanismo, essa può essere corretta con l’espansione di volume. Squilibrio degli elettroliti Come per tutti i pazienti in terapia con diuretici, una periodica determinazione degli elettroliti sierici deve essere eseguita ad intervalli appropriati. Le tiazidi, compresa l’idroclorotiazide, possono causare alterazioni dei liquidi o degli elettroliti (ipokaliemia, iposodiemia e alcalosi ipocloremica). Segni premonitori di squilibrio dei liquidi o degli elettroliti sono bocca secca, sete, debolezza, letargia, sonnolenza, mialgia o crampi muscolari, affaticamento muscolare, ipotensione, oliguria, tachicardia e disturbi gastrointestinali come nausea o vomito. L’iposodiemia da diluizione può verificarsi in pazienti edematosi con temperature elevate. Il deficit dei cloruri è di solito moderato e non richiede trattamento. Le tiazidi hanno mostrato di aumentare l’escrezione urinaria del magnesio, che può causare ipomagnesiemia. Le tiazidi possono diminuire l’escrezione urinaria del calcio e possono causare aumenti lievi ed intermittenti del calcio sierico. Una ipercalcemia marcata può essere l’evidenza di un paratiroidismo latente. Le tiazidi devono essere sospese prima di condurre esami per la funzione paratiroidea. Iperkaliemia In alcuni pazienti trattati con ACE inibitori, incluso il lisinopril, sono stati osservati aumenti del potassio sierico. Pazienti che rischiano di sviluppare iperkaliemia includono quelli con insufficienza renale, diabete mellito, o quelli che usano contemporaneamente diuretici risparmiatori di potassio, supplementi di potassio o sostituti del sale che contengono potassio, o quei pazienti che prendono altri farmaci associati ad aumenti del potassio sierico (ad es. eparina, cotrimossazolo noto anche come trimetoprim/sulfametossazolo). Se si reputa appropriato l’uso concomitante dei suddetti agenti, è raccomandato un monitoraggio regolare del potassio sierico (vedereparagrafo 4.5). Ipokaliemia Benché l’ipokaliemia possa svilupparsi mediante l’uso di diuretici tiazidici, l’uso concomitante di lisinopril può diminuire l’ipokaliemia indotta da diuretici. Si devono effettuare controlli regolari del potassio sierico. La possibilità di ipokaliemia è assai maggiore in pazienti con cirrosi epatica, in pazienti con rapida diuresi, in pazienti con inadeguata assunzione orale di elettroliti e di quelli trattati contemporaneamente con corticosteroidi o ACTH (paragrafo 4.5) Litio L’associazione di ACE inibitori e litio non è generalmente raccomandata (vedere paragrafo 4.5). Effetti metabolici ed endocrini Pazienti diabetici In pazienti diabetici trattati con antidiabetici orali o insulina, il controllo glicemico deve essere attentamente monitorato durante il primo mese di trattamento con un ACE inibitore. La terapia con tiazidi può alterare la tolleranza al glucosio. Possono essere richiesti aggiustamenti del dosaggio degli agenti antidiabetici, inclusa l’insulina. il diabete mellito latente può manifestarsi durante la terapia con tiazidi. Colesterolo e trigliceridi Aumenti dei livelli di colesterolo e trigliceridi possono essere associati alla terapia con diuretici tiazidici. Iperuricemia La terapia tiazidica può precipitare l’iperuricemia e/o la gotta in alcuni pazienti. Tuttavia il lisinopril può aumentare l’acido urico urinario e perciò può attenuare l’effetto iperuricemico dell’idroclorotiazide. Test anti-doping L’idroclorotiazide contenuta in questo medicinale può produrre un risultato positivo nei test anti-doping. Ipotensione sintomatica L’ipotensione sintomatica si osserva raramente in pazienti con ipertensione non complicata ma compare con maggior frequenza se i pazienti hanno una deplezione di volume, ad es. terapia diuretica, riduzione dei sali nella dieta, dialisi, diarrea o vomito o hanno una grave ipertensione renina-dipendente (vedere paragrafi 4.5 e 4.8). In tali pazienti deve essere effettuata una regolare determinazione degli elettroliti sierici ad intervalli opportuni. Nei pazienti con rischio aumentato di ipotensione sintomatica, l’inizio della terapia e l’aggiustamento della dose devono essere monitorati sotto attenta supervisione medica. Particolare considerazione si deve riservare ai pazienti con malattia ischemica cardiaca o cerebrovascolare, perché una caduta eccessiva della pressione può causare un infarto del miocardio o un accidente cerebrovascolare. Se si verifica ipotensione, il paziente deve essere messo in posizione supina, e se necessario deve ricevere un’infusione endovenosa di soluzione fisiologica. Una risposta ipotensiva temporanea non è una controindicazione per ulteriori somministrazioni. Dopo il ripristino di un efficace volume del sangue e della pressione sanguigna, può essere possibile la ripresa della terapia a dosaggio ridotto o uno dei componenti può essere usato da solo. In alcuni pazienti con insufficienza cardiaca che presentano pressione sanguigna normale o bassa, un abbassamento addizionale della pressione sanguigna sistemica, può verificarsi con lisinopril. Questo effetto è previsto e di solito non è un motivo per la sospensione del trattamento. Se l’ipotensione diviene sintomatica, può essere necessaria una riduzione della dose o la sospensione di lisinopril-idroclorotiazide. Stenosi mitralica e aortica / Cardiomiopatia ipertrofica Come con altri ACE inibitori, il lisinopril deve essere somministrato con cautela in pazienti con stenosi mitralica e ostruzione del flusso del ventricolo sinistro, come nella stenosi aortica e nella cardiomiopatia ipertrofica. Duplice blocco del sistema renina-angiotensina-aldosterone (RAAS) Esiste l’evidenza che l’uso concomitante degli ACE-inibitori, antagonisti del recettore dell’angiotensina II o aliskiren aumenta il rischio di ipotensione, iperpotassiemia e riduzione della funzionalità renale (inclusa l’insufficienza renale acuta). Il duplice blocco del RAAS attraverso l’uso combinato di ACEinibitori, antagonisti del recettore dell’angiotensina II o aliskiren non è pertanto raccomandato (vedere paragrafi 4.5 e 5.1). Se la terapia del duplice blocco è considerata assolutamente necessaria, ciò deve avvenire solo sotto la supervisione di uno specialista e con uno stretto e frequente monitoraggio della funzionalità renale, degli elettroliti e della pressione sanguigna. Gli ACE-inibitori e gli antagonisti del recettore dell’angiotensina II non devono essere usati contemporaneamente in pazienti con nefropatia diabetica. Compromissione renale Le tiazidi possono non essere diuretici appropriati per l’uso in pazienti con compromissione renale e non sono efficaci quando la clearance della creatinina ha valori di 30 ml/min o inferiori (corrispondente a insufficienza renale moderata o grave) Lisinopril e idroclorotiazide non devono essere somministrati in pazienti con insufficienza renale (clearance della creatinina < 80 ml/min) fino a che l’aggiustamento della dose dei singoli componenti non abbia dimostrato che sono necessarie le dosi contenute nella preparazione in associazione della compressa. Nei pazienti con insufficienza cardiaca, l’ipotensione successiva all’inizio della terapia con ACE inibitori può portare a un’ulteriore compromissione della funzione renale. In tale situazione è stata riportata insufficienza renale acuta, di solito reversibile. Alcuni pazienti ipertesi senza un’apparente malattia renale pre-esistente hanno sviluppato aumenti di solito leggeri e transitori nei livelli ematici di urea e dei livelli di creatinina sierica quando il lisinopril è somministrato insieme ad un diuretico. Questo è più probabile in pazienti con compromissione renale pre-esistente. Può essere richiesta riduzione della dose e/o sospensione del diuretico e/o del lisinopril. In alcuni pazienti con stenosi arteriosa renale monolaterale o bilaterale che sono stati trattati con ACEinibitori si sono osservati aumenti in genere reversibili dell’urea ematica e della creatinina sierica dopo la sospensione della terapia. Questo è particolarmente probabile in pazienti con insufficienza renale. Se è presente anche ipertensione renovascolare, esiste un rischio maggiore di grave ipotensione e insufficienza renale. Il trattamento in questi pazienti va iniziato sotto attento controllo medico a dosi basse e con attenta titolazione della dose. Poiché il trattamento con diuretici può essere un fattore che contribuisce a quanto detto sopra, la funzione renale deve essere monitorata durante le prime settimane di trattamento con lisinopril-idroclorotiazide. In pazienti con malattie renali, le tiazidi possono far scatenare azotemia. In pazienti con funzione renale compromessa, possono verificarsi effetti cumulativi del medicinale. Se si sviluppa un’insufficienza renale progressiva, caratterizzata da un aumento dell’azoto non proteico, è necessaria un’attenta valutazione della terapia e deve essere presa in considerazione l’interruzione dei diuretici (vedere paragrafo 4.4). Precedente terapia diuretica La terapia diuretica deve essere sospesa per 2-3 giorni prima dell’inizio di lisinopril-idroclorotiazide. Se ciò non fosse possibile, il trattamento deve iniziare con lisinopril da solo alla dose di 2,5 mg (vedere paragrafo 4.2). Neutropenia/agranulocitosi L’associazione a dose fissa di lisinopril e idroclorotiazide deve essere interrotta se si rileva o si sospetta neutropenia (neutrofili inferiori a 1000/mm³). In pazienti che ricevevano ACE inibitori sono state segnalate neutropenia/agranulocitosi, trombocitopenia ed anemia. In pazienti con funzione renale normale e nessun altro fattore complicante, la neutropenia insorge raramente. La neutropenia e l’agranulocitosi sono reversibili dopo l’interruzione dell’ACE inibitore. Il lisinopril deve essere usato con estrema cautela in pazienti con collagenopatia vascolare, terapia immunosoppressiva, trattamento con allopurinolo o procainamide, o una combinazione di questi fattori complicanti, specialmente se c’è una pre-esistente funzione renale compromessa. Alcuni di questi pazienti sviluppano serie infezioni, che in alcuni casi non rispondono a una terapia antibiotica intensiva. Se in questi pazienti viene impiegato il lisinopril, è consigliato un monitoraggio periodico delle cellule bianche del sangue e i pazienti devono essere istruiti a comunicare ogni segno di infezione Ipersensibilità/angioedema In pazienti trattati con ACE inibitori, incluso il lisinopril, è stato segnalato non comunemente l’edema angioneurotico del viso, delle estremità, delle labbra, della lingua, della glottide e/o della laringe. Questo può verificarsi in qualunque momento durante la terapia. In tali casi il lisinopril deve essere sospeso prontamente e deve essere istituito un trattamento e un monitoraggio adeguati per assicurare una completa risoluzione dei sintomi prima della dimissione del paziente. Anche nei casi nei quali sia coinvolto il rigonfiamento della sola lingua, senza difficoltà respiratoria, i pazienti possono richiedere un’osservazione prolungata perché il trattamento con antiistaminici e corticosteroidi può non essere sufficiente. Molto raramente sono stati riportati casi fatali dovuti ad angioedema associati con edema laringeo o edema della lingua. I pazienti con coinvolgimento della lingua, glottide o laringe, hanno maggior probabilità di subire ostruzione delle vie respiratorie, specialmente quelli che in passato hanno subito interventi alle vie aeree. In tali casi deve essere somministrata prontamente una terapia d’emergenza. Questa può comprendere la somministrazione di adrenalina e/o il mantenimento delle vie aeree libere. Il paziente deve rimanere sotto attenta supervisione medica fino a completa e prolungata risoluzione dei sintomi. Una maggiore frequenza di angioedema in associazione con gli ACE-inibitori viene osservata in pazienti neri piuttosto che nei non neri. I pazienti con precedente edema angioneurotico senza relazione con il trattamento con ACE inibitori possono essere esposti a un rischio maggiore di edema angioneurotico durante il trattamento (vedere paragrafo 4.3). Uso concomitante di inibitori di mTOR (ad es., sirolimus, everolimus, temsirolimus). I pazienti che assumono una terapia concomitante con inibitori di mTOR (ad es., sirolimus, everolimus, temsirolimus) possono essere esposti a un rischio maggiore di angioedema (ad es., gonfiore delle vie aeree o della lingua, con o senza compromissione respiratoria) (vedere paragrafo 4.5). Nei pazienti trattati con tiazidi, possono verificarsi reazioni di ipersensibilità con o senza precedenti di allergia e asma bronchiale. Sono stati riferiti peggioramento o attivazione di un lupus eritematoso sistemico con l’uso di tiazidi. Compromissione epatica Le tiazidi devono essere usate con cautela in pazienti con compromissione della funzione epatica o con malattia epatica progressiva, perché alterazioni minori dell’equilibrio dei liquidi e degli elettroliti possono precipitare il coma epatico (vedere paragrafo 4.3). Raramente, gli ACE inibitori sono stati associati a una sindrome che comincia con ittero colestatico o epatite e progredisce con una necrosi fulminante e (talvolta) con la morte. Il meccanismo di questa sindrome non è conosciuto. I pazienti che ricevono lisinopril-idroclorotiazide e che sviluppano ittero o marcati aumenti degli enzimi epatici, devono interrompere il lisinopril-idroclorotiazide e ricevere un appropriato follow-up medico. Gravidanza Durante la gravidanza non deve essere iniziato un trattamento con ACE inibitori. A meno che proseguire una terapia con ACE inibitori non sia considerato essenziale, le pazienti che stanno programmando una gravidanza devono passare a trattamenti antiipertensivi alternativi, con un provato profilo di sicurezza per l’uso in gravidanza. Se la gravidanza viene accertata, il trattamento con ACE inibitori deve essere interrotto immediatamente e, se appropriato, deve essere iniziata una terapia alternativa (vedere paragrafi 4.3 e 4.6).