GLICLAZIDE TEVA 60CPR 30MG RM -Avvertenze e precauzioni
Ipoglicemia Questa terapia deve essere prescritta solo se è probabile che il paziente mantenga un regime alimentare regolare (inclusa la colazione). È infatti importante avere un apporto regolare di carboidrati, poichè vi è un maggiore rischio di ipoglicemia se un pasto viene consumato in ritardo, se si assume una quantità di cibo insufficiente, o se il cibo assunto presenta un basso contenuto di carboidrati. L’ipoglicemia ha maggiori probabilità di manifestarsi durante diete a basso contenuto calorico, dopo un esercizio prolungato o molto intenso, in seguito all’assunzione di alcol o se si assume una combinazione di agenti ipoglicemizzanti. L’ipoglicemia può verificarsi dopo l’assunzione di sulfaniluree (vedere paragrafo 4.8). In alcuni casi, tale disturbo può essere grave e prolungato. Può rendersi necessario il ricovero in ospedale e la somministrazione di glucosio può dover proseguire per alcuni giorni. Un’attenta selezione dei pazienti e del dosaggio utilizzato, nonché chiare istruzioni fornite ai pazienti, sono necessarie per ridurre il rischio di episodi ipoglicemici. Fattori che aumentano il rischio di ipoglicemia: • il paziente rifiuta o (in particolare gli anziani) non è in grado di collaborare; • malnutrizione, orari irregolari dei pasti, mancato consumo dei pasti, periodi di digiuno o variazioni del regime alimentare; • squilibrio tra esercizio fisico e assunzione di carboidrati; • insufficienza renale; • grave insufficienza epatica; • sovradosaggio di Gliclazide Teva Italia compresse a rilascio modificato; • alcune malattie endocrine: disturbi alla tiroide, ipopituitarismo e insufficienza surrenale; • somministrazione concomitante di altri medicinali (vedere paragrafo 4.5). Compromissione renale ed epatica Le proprietà farmacocinetiche e/o farmacodinamiche della gliclazide possono essere alterate nei pazienti affetti da insufficienza epatica o grave insufficienza renale. In questi pazienti, un episodio ipoglicemico può avere una lunga durata, quindi è necessario istituire un trattamento adeguato. Informazioni per il paziente Il rischio di ipoglicemia, insieme ai suoi sintomi (vedere paragrafo 4.8), al suo trattamento e alle condizioni che predispongono alla sua comparsa, devono essere spiegati al paziente e ai suoi familiari. Il paziente deve essere informato circa l’importanza di seguire i consigli relativi al regime alimentare, di fare regolari esercizi e di monitorare regolarmente i livelli di glucosio nel sangue. Scarso controllo dei livelli di glucosio nel sangue Il controllo dei livelli di glucosio nel sangue in un paziente che segue una terapia antidiabetica può essere influenzato da: febbre, trauma, infezione o intervento chirurgico. In alcuni casi, può essere necessario somministrare dell’insulina. L’efficacia ipoglicemizzante di qualsiasi agente antidiabetico orale, inclusa la gliclazide, si attenua con il tempo in molti pazienti: questo evento può essere dovuto a un aggravamento del diabete o a una riduzione nella risposta alla terapia. Questo fenomeno è noto con il nome di insufficienza secondaria, distinta dall’insufficienza primaria, e si verifica quando un principio attivo risulta inefficace come terapia di prima linea. Il corretto adattamento della dose e il rispetto di alcune regole alimentari devono essere presi in considerazione prima di stabilire che il paziente presenta un’insufficienza secondaria. Test di laboratorio Si raccomanda la misurazione dei livelli di emoglobina glicata (o del glucosio nel plasma venoso a digiuno) per verificare il controllo dei livelli di glucosio nel sangue. Anche l’automonitoraggio dei livelli di glucosio nel sangue può essere utile. Eccipienti Gliclazide Teva Italia contiene lattosio. I pazienti con rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, deficienza di Lapp–lattasi o malassorbimento di glucosio–galattosio non devono assumere il medicinale. Il trattamento dei pazienti con deficit di glucosio 6–fosfato deidrogenasi (G6PD) con sulfaniluree può portare ad anemia emolitica. Poiché gliclazide appartiene alla classe delle sulfaniluree, deve essere usata cautela nei pazienti con carenza di G6PD e deve essere presa in considerazione un’alternativa non–sulfanilurea.