DOXORUBICINA ACC IV 10MG/5ML -Interazioni
La cardiotossicità della doxorubicina è potenziata dalla sornministrazione, precedente o concomitante, di altre antracicline o di altri farmaci potenzialmente cardiotossici (ad esempio, 5–fluorouracile, ciclofosfamide o paclitaxel) o di medicinali che incidono sulla funzionalità cardiaca (come i calcioantagonisti). Quando doxorubicina è somministrata insieme agli agenti sopra menzionati, la funzionalità cardiaca deve essere monitorata attentamente. L’uso di trastuzumab in combinazione con le antracicline (come la doxorubicina) è associato ad un rischio cardiotossico elevato. Per il momento, il trastuzumab e le antracicline non devono essere somministrati in terapia di combinazione, salvo in studi clinici ben controllati durante i quali la funzionalità cardiaca è monitorata. La somministrazione di antracicline dopo la conclusione della terapia con trastuzumab può comportare un rischio elevato di cardiotossicità. L’emivita di trastuzumab è di circa 28–38 giorni e può persistere nel sistema circolatorio fino a 27 settimane. Se possibile, tra la fine di una terapia con trastuzumab e l’inizio della terapia con antracicline, deve essere previsto un intervallo sufficientemente lungo (fino a 27 settimane). È assolutamente necessario un attento monitoraggio della funzionalità cardiaca. L’epatotossicità della doxorubicina può essere potenziata da altre modalità di trattamento epatotossiche (ad esempio, 6–mercaptopurina). La doxorubicina è metabolizzata attraverso il citocromo P450 (CYP450) ed è un substrato per il trasportatore Pgp. La somministrazione concomitante di inibitori del CYP450 e/o della Pgp potrebbe portare ad un aumento delle concentrazioni plasmatiche di doxorubicina aumentando, pertanto, la tossicità. Invece, la somministrazione concomitante di induttori del CYP450, quali la rifampicina ed i barbiturici, potrebbe portare ad una diminuzione delle concentrazioni plasmatiche di doxorubicina e ridurne l’efficacia. La ciclosporina, un inibitore del CYP3A4 e della Pgp, aumenta l’AUC della doxorubicina e del doxorubicinolo rispettivamente del 55% e del 350%. La combinazione potrebbe richiedere un aggiustamento del dosaggio. È stato dimostrato che anche la cimetidina riduce la clearance plasmatica ed aumenta l’AUC della doxorubicina. Il paclitaxel somministrato poco prima della doxorubicina può ridurre la clearance ed aumentare le concentrazioni plasmatiche di doxorubicina. Alcuni dati suggeriscono che questa interazione è meno pronunciata quando la doxorubicina è somministrata prima del paclitaxel. I barbiturici possono accelerare la clearance plasmatica della doxorubicina, mentre la somministrazione concomitante di fenitoina può portare a livelli plasmatici inferiori di fenitoina. Concentrazioni sieriche elevate di doxorubicina sono state segnalate dopo la somministrazione concomitante di doxorubicina e ritonavir. Gli effetti tossici del trattamento con doxorubicina possono essere potenziati da una terapia di combinazione con altri citostatici (ad esempio, citarabina, cisplatino, ciclofosfamide). Nelle terapie di combinazione con citarabina possono insorgere necrosi dell’intestino crasso con emorragia massiva ed infezioni gravi. La clozapina può aumentare il rischio e la gravità della tossicità ematologica della doxorubicina. Durante la terapia con doxorubicina può insorgere nefrotossicità marcata da amfotericina B. Dato che la doxorubicina viene metabolizzata rapidamente ed è escreta in prevalenza dal sistema biliare, la somministrazione concomitante di agenti chemioterapici notoriamente epatotossici (ad esempio, mercaptopurina, metotrexato, streptozocina) potrebbe aumentare potenzialmente la tossicità della doxorubicina in seguito alla ridotta clearance epatica del farmaco. Se una terapia concomitante con farmaci epatotossici si rende assolutamente necessaria, il dosaggio della doxorubicina deve essere modificato. La doxorubicina è un potente agente radiosensibilizzante ("radiosensibilizzatore") ed i fenomeni di recall indotti dal medicinale possono essere potenzialmente letali. Qualsiasi terapia radiante, precedente, concomitante o successiva, può aumentare la cardiotossicità o l’epatotossicità della doxorubicina. Ciò vale anche per la terapia concomitante con farmaci cardiotossici o epatotossici. La doxorubicina può esacerbare la cistite emorragica indotta da una precedente terapia con ciclofosfamide. La terapia con doxorubicina può determinare un aumento dell’acido urico nel siero e, pertanto, può essere necessario un aggiustamento del dosaggio dei medicinali ipouricemizzanti. La doxorubicina può ridurre la biodisponibilità orale della digossina. Durante il trattamento con doxorubicina, i pazienti non devono essere sottoposti a vaccini attivi e, inoltre, devono evitare il contatto con persone sottoposte di recente a vaccinazione contro la poliomielite. In uno studio clinico, è stato osservato un aumento della AUC della doxorubicina del 21% quando somministrata con sorafenib 400 mg due volte al giorno. Il significato clinico di questa interazione non è noto.