CARIN 20CPR EFF 330MG+200MG -Gravidanza e allattamento

CARIN 20CPR EFF 330MG+200MG Controindicazioni Posologia Avvertenze e precauzioni Interazioni Effetti indesiderati Gravidanza e allattamento Conservazione

L’impiego in gravidanza per lunghi periodi e la somministrazione negli ultimi tre mesi della gravidanza devono avvenire soltanto dietro prescrizione medica poiché l’acido acetilsalicilico può provocare fenomeni emorragici nel feto e nella madre, ritardi di parto e, nel nascituro, precoce chiusura del dotto di Botallo. Basse dosi (fino a 100 mg/die) Gli studi clinici indicano che le dosi fino a 100 mg/die possono essere considerate sicure limitatamente ad un impiego in ambito ostetrico, che richiede un monitoraggio specialistico. Dosi di 100-500 mg/die Ci sono insufficienti ati clinici relativi all’uso di dosi superiori a 100 mg/die fino a 500 mg/die. Quindi le raccomandazioni di seguito riportate per le dosi di 500 mg/die ed oltre si applicano anche a questo range di dosaggio. Dosaggi di 500 mg/die e oltre L’inibizione delle sintesi delle prostaglandine  può interessare negativamente la gravidanza e/o lo     sviluppo embrio/ fetale. Risultati di studi epidemiologici suggeriscono un aumentato rischio di aborto e di malformazione cardiaca e di gastroschisi dopo l’uso di un inibitore della sintesi delle prostaglandine, nelle prime fasi della gravidanza.Il rischio assoluto di malformazioni cardiache era aumentato da meno dell’1% fino a circa l’1,5% È stato stimato che i rischio aumenta con la dose e la durata della terapia. Negli animali la somministrazione di  inibitori della sintesi di prostaglandine ha mostrato di provocare un aumento della perdita di pre e post impianto e di mortalità embrione/fetale. Inoltre, un aumento di incidenza delle varie malformazioni, inclusa quella cardiovascolare, è stato riportato in animali a cui erano stati somministrati inibitori di sintesi delle prostaglandine, durante il periodo organogenetico. Se l’acido acetilsalicilico è usato da una donna in attesa di concepimento o durante il primo e secondo trimestre di gravidanza, la dose e la durata del trattamento devono essere mantenute le più basse possibili. Durante il terzo trimestre di gravidanza tutti gli inibitori della sintesi delle prostaglandine possono esporre: •  il feto a: -  tossicità cardiopolmonare (con chiusura prematura del dotto arterioso e ipertensione polmonare); -  disfunzione renale (che può progredire in insufficienza renale con oligo-idroamnios); •  e la madre e il neonato, alla fine della gravidanza, a: -  possibile prolungamento del tempo di sanguinamento ed effetto antiaggregante (che può occorrere anche a dosi molto basse); -  inibizione delle contrazioni uterine risultanti in ritardo o prolungamento del travaglio. Conseguentemente l’acido acetilsalicilico a dosi superiori a 100 mg/die è controindicato durante l’ultimo trimestre di gravidanza.

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