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Gentile Utente, la ringrazio per la sua descrizione dettagliata della situazione. La sospensione della venlafaxina (Efexor) è effettivamente un processo delicato che richiede particolare attenzione e gradualità. Apprezzo molto che lei stia procedendo sotto controllo medico e che abbia già notato come una riduzione troppo rapida possa causare sintomi significativi. La sua esperienza con la sospensione a giorni alterni conferma quanto sia importante procedere con estrema gradualità. La formulazione in gocce che lei menziona rappresenta effettivamente un'ottima opzione per gestire la sospensione in modo più preciso e graduale. Questo permette di ridurre il dosaggio in modo molto più fine rispetto alle compresse, consentendo diminuzioni dell'ordine di poche gocce alla volta. Potrebbe discutere con il suo medico questa possibilità, che permetterebbe riduzioni microscopiche del dosaggio. Per quanto riguarda il supporto integrativo durante la sospensione, esistono alcune sostanze naturali che possono aiutare a gestire i sintomi dell'astinenza, sempre da concordare con il suo medico: - Magnesio in forma biodisponibile - Omega-3 ad alto dosaggio - L-teanina - Estratto di passiflora o valeriana È fondamentale sottolineare che la velocità di sospensione deve essere personalizzata in base alla sua risposta individuale. Se compaiono sintomi significativi, è corretto rallentare ulteriormente il processo. Non esiste una tempistica standard: alcuni pazienti possono richiedere mesi o anche più di un anno per una sospensione confortevole. Alcuni suggerimenti pratici: - Mantenere un diario dei sintomi - Procedere con riduzioni solo quando si è completamente stabilizzati al dosaggio corrente - Considerare l'utilizzo di tecniche di gestione dello stress come la mindfulness o la respirazione controllata - Assicurarsi un buon riposo notturno - Mantenere un'attività fisica regolare ma moderata La invito a discutere con il suo medico curante sia la possibilità di passare alla formulazione in gocce, sia l'eventuale integrazione con supporti naturali. L'obiettivo è rendere il processo il più confortevole possibile, ricordando che non c'è fretta e che è preferibile impiegare più tempo ma procedere in modo sostenibile. Se i sintomi dovessero risultare troppo intensi, è sempre possibile tornare temporaneamente al dosaggio precedente e pianificare una riduzione ancora più graduale. L'importante è ascoltare il proprio corpo e procedere al ritmo che risulta più gestibile per lei. Cordiali saluti. Federico Baranzini Psichiatra a Milano
Gentile utente, comprendo la sua preoccupazione e il turbamento emotivo che sta vivendo in questa situazione complessa. Come psichiatra, vorrei aiutarla a riflettere su alcuni aspetti importanti della situazione che mi descrive. I comportamenti che lei riferisce - la volubilità del pensiero, gli scatti di rabbia incontrollata, la tendenza a proiettare le colpe sugli altri, l'ansia generalizzata - potrebbero effettivamente suggerire la presenza di problematiche psichiatriche che vanno oltre l'epilessia. L'uso pregresso di Deanxit (un farmaco ansiolito-antidepressivo) rafforza questa ipotesi. Mi preoccupa particolarmente la rapidità con cui questa relazione sta evolvendo e l'intensità dell'attaccamento che descrive. Il desiderio di matrimonio espresso così precocemente, unito ai comportamenti impulsivi e alla rabbia non controllata, potrebbero essere segnali di un quadro emotivo instabile che richiede attenzione professionale. Pur comprendendo i suoi sentimenti intensi verso questa persona, devo sottolineare l'importanza di procedere con cautela. Non si tratta di stigmatizzare la presenza di patologie, ma di assicurarsi che eventuali scelte importanti vengano prese in un contesto di maggiore stabilità e consapevolezza. Le suggerisco di: - Prendersi del tempo per conoscere meglio la situazione, senza precipitare decisioni importanti - Incoraggiare il suo partner a cercare un supporto per lo meno psicologico o anche psichiatrico per la revisione della cura, se non lo sta già facendo - Considerare per se stessa un percorso di sostegno psicologico che possa aiutarla a gestire questa situazione emotivamente intensa. A volte qualche colloquio è sufficiente per chiarire alcuni aspetti di confusione e ambivalenza - Prestare attenzione a eventuali segnali di comportamenti potenzialmente pericolosi o destabilizzanti L'amore è un sentimento prezioso, ma è importante che si sviluppi in un contesto di sicurezza e stabilità emotiva per entrambi i partner. La invito a dare ascolto anche alle sue preoccupazioni e perplessità, che sembrano nascere da una giusta percezione della complessità della situazione. Se nota comportamenti che la preoccupano o la fanno sentire a disagio, non li minimizzi. La sua sicurezza e il suo benessere emotivo sono prioritari. Potrebbe essere utile parlarne anche con persone di fiducia del suo ambiente familiare o amicale, per avere ulteriori punti di vista e sostegno.Un cordiale salutoFederico Baranzini - Psichiatra e psicoterapeuta a Milano
Gentile Eleonora, la ringrazio per avermi scritto e per aver condiviso la sua situazione con tanta sincerità. Come psichiatra, comprendo la sua preoccupazione e la confusione che sta vivendo in questo momento. Mi pare di capire che la paroxetina, che assume da circa due anni, inizialmente le abbia portato beneficio, ma che ora stia notando una diminuzione della sua efficacia. Questo, unito ai sintomi che descrive - le oscillazioni dell'umore, l'intensità particolare con cui vive le emozioni, i pensieri ricorrenti riguardo al giudizio degli altri, e soprattutto l'autolesionismo e i problemi di dipendenza - sono elementi che meritano sicuramente attenzione professionale immediata. Sebbene lei faccia riferimento al disturbo borderline di personalità che può presentarsi con sintomi e comportamenti simili, devo sottolineare che come può immaginare non è possibile fare diagnosi senza una valutazione in persona e approfondita. Ciò che mi preme sottolineare con particolare urgenza è l'importanza che lei non rimanga senza supporto professionale. È fondamentale che cerchi quanto prima un nuovo psichiatra che possa prenderla in carico, rivalutare l'adeguatezza della sua terapia farmacologica e, soprattutto, fornirle il sostegno di cui ha bisogno in questo momento. Nel frattempo, è cruciale che non interrompa autonomamente l'assunzione della paroxetina, in quanto questo farmaco richiede una sospensione graduale e monitorata da un professionista. Le suggerisco di rivolgersi al suo medico di base per ottenere un riferimento a uno psichiatra nella sua nuova zona di residenza, o di contattare il centro di salute mentale pubblico più vicino. Potrebbe essere molto utile considerare anche un percorso di psicoterapia in aggiunta al supporto psichiatrico. Il fatto che lei stia cercando aiuto e che sia consapevole del suo disagio è un segnale molto positivo. Consideri questa fase come un momento di transizione verso una cura più completa e appropriata alle sue attuali necessità. Non esiti a cercare il supporto professionale di cui ha bisogno: la sua salute mentale è importante e merita di essere adeguatamente curata. Un cordiale saluto. Federico Baranzini Psichiatra e Psicoterapeuta a Milano