UN TUNNEL SENZA USCITA

Buongiorno, sono un uomo e ho 42 anni, vivo da tempo una situazione molto difficile. Circa un anno mi sono sottoposta a una RM cardiaca perché da anni sono afflitto da ipertrofia ventricolare sinistra scoperta dieci anni prima con ecografia che è rimasta sempre costante senza mai aumentare. Non mai avuto episodi particolari addirittura praticavo atletica leggera, ero anche un buon maratoneta amatoriale, per questo motivo il cardiologo mi consigliò questo esame per togliere ogni possibile dubbio. Nel referto della RM confermano l'ipertrofia settale e una possibile leggera fibrosi (o artefatto) da rivalutare in un seconda RM da effettuare dopo periodo di disallenamento di circa quattro mesi. Inizia quindi un incubo con lo spettro di una diagnosi di cardiomiopatia ipertrofica. Entro in un tunnel, sono convinto di averla e corro da uno psichiatra in quanto non riuscivo più a condurre una vita normale. Mi prescrive xanax 0,5 rilascio prolungato e inizio la terapia che, fondamentalmente, ha il potere di calmarmi parecchio. Dopo 4 mesi ripeto la RM, non c'è fibrosi in quanto la precedente viene declassata ad artefatto visto che il mezzo di contrasto questa volta reagisce in tutti i tessuti, inoltre vi è una riduzione degli spessori importante rispetto alla prima RM. Il cardiologo esclude una cardiomiopatia e mi dice che è una semplice ipertrofia, a noi nota da anni, mi consiglia controlli annuali (ecografia, ecodoppler) e di vivere sereno e tranquillo. Ma nonostante questo, non vivo più. Riprendo a correre ma ho paura di tutto, arrivano dolori al petto, alla gola, insomma non riesco più a fare quella che era stata la mia passione per anni. Provo a lasciare lo xanax ma dopo una settimana ci ricasco. Proseguo a fare milioni di visite al cuore, cambio cardiologi a nn finire, tutti mi dicono che la mia è un ipertrofia non tale da preoccupare, che la funzionalità cardiaca va bene e che posso svolgere anche regolare attività sportiva, magari riducendo i carichi di lavoro. Nulla, non risco a riprendere. Faccio addirittura un test genetico al policlinico di Monza che esclude mutazioni riferibili alla cardiomiopatia ipertrofica, non ho parenti cardiopatici e nemmeno morti improvvise in famiglia. Nonostante questo di tanto in tanto arrivano dei dolori forti al petto, come spasmi, che scompaiono in un secondo. Poi dolori al braccio sinistro, alla spalla, al torace di continuo, ovviamente penso sempre all'infarto. A volte addiruttura capogiri, sensazione di testa vuota. Mi diagnosticano poi un esofagite da reflusso e del versamento biliare nello stomaco dato dalla cistifellea che non si chiude bene, mi dicono che i dolori al torace possono essere dovuti a questa patologia. Un mese fa decido di lasciare nuovamente lo xanax, scalo in circa due settimane e dopo un anno mi libero del farmaco. Nonostante questo continuo ad avere tutta questa sintomatologia, mi misuro la pressione dieci volte al giorno, mi sveglio la notte se sento un dolore e vado subito alla macchinetta della pressione... La mia domanda è una sola: tutti questi sintomi sono riconducibili a uno stato ansioso? E infine dopo un anno di assunzione di xanax quanto ci metterà il mio corpo a tornare come prima? Chiedo scusa se sono stato prolisso e ringrazio anticipatamente.

La risposta

avatar Psichiatria - Giampaolo Perna Prof. Giampaolo Perna

Caro lettore, senza dubbio lei soffre di un disturbo ansioso. Lo xanax è un semplice tampone. Le consiglio di rivolgersi ad uno psichiatra, se possibile esperto in disturbi d’ansia, per valutare bene la sua situazione dal puto di vista diagnostico e impostare un programma terapeutico adeguato che potrà anche combinare una terapia farmacologica con una psicoterapia. Cordiali saluti

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