Tempistica.

Sono una 49enne. Da circa 11 anni soffro di attacchi di panico e ansia. Il problema è che la situazione è andata via via peggiorando. Dapprima gli attacchi avvenivano in luoghi e situazioni in cui si erano presentati le prime volte. Poi piano piano sono arrivata al punto di non riuscire più a guidare. A faticare ad uscire da sola. Ad aver paura di stare in spazi grandi. A volte addirittura ad attraversare la strada. Mi sento le gambe tremare, il cuore battere e cammino barcollando. Sto andando da una psicologa in quanto dopo la separazione ho ritenuto opportuno non continuare a tenere molte cose dentro come è per me usuale. Non sono per nulla migliorata. Non solo per gli attacchi di panico, ma anche per altri aspetti del mio carattere che se migliorati avrebbero mi sicuramente aiutato a migliorare almeno un po' la mia situazione. Io sono come si usa dire" di coccio" e purtroppo nonostante una buona disponibilità della psicologa il Covid non ci ha aiutato ad avere degli incontri più regolari. Credo fermamente che una terapia farmacologia sia per me indispensabile. Assumo del Lexotan al bisogno. La mia è una situazione un po' lunga e complicata ci vorrebbero ore per raccontarla. Comunque la mia domanda principale è appunto se in generale una situazione simile alla mia richiede anche un adatto supporto farmacologico o se questa convinzione che ho è dettata dal forte desiderio di tornare alla normalità il più presto possibile. Grazie per avermi ascoltato.

La risposta

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Cara lettrice, ovviamente non posso darle un consiglio specifico non conoscendo in maniera approfondito il suo caso. In generale, se una persona soffre per gli attacchi di panico e l’agorafobia, una terapia farmacologica specifica (non con semplici benzodiazepine come il lexotan) combinata con una psicoterapia cognitivo comportamentale (la migliore per questi disturbi) potrebbe farla stare molto meglio e ridarle la libertà perduta.Cordiali saluti

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