Rimurgino il passato, galleggio nel presente e temo il futuro

Gentile dottoress Vinciguerra, Le scrivo queste righe per avere un parere professionale, conscia che può trattarsi solo di un opinione a grandi linee non parlandone di persona. Mi presento. Ho 27 anni, una vita normale, felice, amicizie, i miei amati animali. Sono fidanzata da circa 6 anni, un amore nato folle, divertente, senza orario e senza mezze misure. Ho un anello al dito con annessa proposta di matrimonio da un anno e mezzo, richiesta a cui inizialmente avevo risposto "nì", nel senso, non subito matrimonio, ma pensiamo ad una casa, una convivenza. Lui maturo, io peter pan, sentivo pesare i nostri otto anni di differenza d'età. Lavoro come impiegata in uno studio legale e sono fuori casa dalla mattina alla sera. Casa dove vivo con i miei genitori e mio fratello di 21 anni. Il mio più grande pensiero, in previsione di una convivenza, è quello di lasciare mia madre, che è la mia vita, il mio modello. Ci spalleggiamo, ci facciamo forza e combattiamo ogni giorno per arrivare a fine mese, essendo le uniche due con uno stipendio in famiglia. So che lei ha bisogno di me e ha sofferto molto inizialmente, appresa la notizia della proposta di matrimonio. Mi ha chiesto tempo per poter cercare un impiego agli "uomini" di famiglia, ma questi ultimi la prendono molto con comodo e disinteresse, ma tanto, mia madre, li difenderà e "allatterà" tutta la vita. Ora, passato un anno e mezzo, il mio fidanzato freme per avere una casa insieme, casa che stiamo già iniziando a costruire con un mutuo e tanti sacrifici. Io però freno e cerco di temporeggiare. Mi sento di tradire la mia famiglia non contribuendo più e soprattutto di ferire mia madre, che in passato ha combattuto con tutte le sue forze contro i tanti problemi di mio padre, per mantenere il nostro nucleo unito. Mi rendo conto che cerco di convincere la mia mente che sto facendo la cosa sbagliata. Mente che scava, destino che infierisce, ritrovo per caso fuori dal mio ufficio il mio passato grande amore d'adolescenza. Il tipo che ti chiama solo quando vuole lui ma che ancora ai tempi, solo con un saluto, mi mandava il cervello in tilt. Ed ecco che succede la stessa cosa qualche settimana fa, ci incontriamo, ci salutiamo, ci incontriamo ad una festa e facciamo due inutili parole. E lì, il mio ricercato instabile equilibrio, crolla. Mi faccio mille domande, mi chiedo se il mio attuale, premuroso, fin troppo perfetto fidanzato, sotto un tetto sicuro, sia quello che voglio. Meglio un amore dannanto? Ne parlo solo con due persone: con la mia migliore amica che cerca di farmi ragionare e con mia madre, ovviamente, che invece prevede "che un giorno fuggirò con il primo stronzo che passa a cavallo". Nel frattempo i rapporti sessuali con il mio fidanzato diventano pressochè inesistenti, non lo desidero e mi sento inadeguata. Lui non mi fa pesare la situazione, mi sta vicino, mi ripete che mi ama, si offre di aiutarmi in tutto. Io mi sento soffocare, respingo ogni offerta d'aiuto. Poi passano i giorni, le acque si calmano, smetto di fare sogni catastofici e torna quasi la calma, calma piatta. Ad oggi continuo con il mio ragazzo, giorno per giorno, a comporre un pezzettino alla volta quello che sarà il nostro nido, sempre con il pensiero di mia madre. Addirittura pensavamo di fissare la data delle nozze previste per l'anno prossimo, con lui che si impegna a scrivere un elenco di invitati, contattare ristoranti, catering, fotografo... Tutto senza una data, perchè io, come al solito, temporeggio. Sento che in cuor mio vorrei fare questo passo, ma allo stesso tempo so di non poter abbandonare la mia famiglia. Mi chiedo ogni giono, ogni ora, ogni minuto, se sto facendo la cosa giusta. Prima mi sentivo invincibile, quasi sprecata, quando nella mia fase egoistica pensavo di essere "troppo" per il mio ragazzo. Oggi mi chiedo se non è lui, così perfetto e paziente con me, a sbagliare a volermi stare accanto tutta la vita. Ha puntato tutto sul cavallo sbagliato? Merito così tanto amore incondizionato, proprio io, che ho dubbi sul nostro rapporto? Riuscirà mia madre a vedermi uscire di casa senza soffrire troppo? (preciso che rimarrò vicina a lei, 5 minuti di auto!) La ringrazio fin da subito per aver dedicato tempo nella lettura di questo mio intricato racconto e chiedo a Lei un parere. Come posso far chiarezza a me stessa? Grazie e buona giornata. Annalisa

La risposta

avatar Sessuologia - Gabriele Traverso Dott. Gabriele Traverso

Gentilissima. Considerato che forse la collega dott.ssa Vinciguerra è momentaneamente impossibilitata a risponderLe, Le mando una mia prima considerazione, che potrà poi eventualmente integrare con il parere della collega.Io credo che Lei abbia avuto diverse fortune; però qualche meccanismo familiare è stato troppo condizionante e avviluppante da non consentirLe di rendersi autonoma, come penso sia non solo possibile, ma necessario. Non per niente, avere un fidanzato è stato bello, ma tutto sta naufragando quanto la proposta di matrimonio o di convivenza La mette di fronte a scelte che sono per Lei dolorose. O meglio, sono dolorose per alcune persone vicino a Lei, soprattutto Sua mamma, perché mi pare davvero poco gratificante che Lei abbia un padre e un fratello mantenuti da Voi donne. Penso e spero che queste siano le uniche condizioni di difficoltà, perché si intravede nelle Sue parole il timore che allontanata Lei, non solo manchi un sostegno economico, ma che forse possa accadere anche qualcosa di altro. E’ così? In ogni caso, occorre che Lei segua la Sua strada, e se ci sono i dubbi che Lei ha elencato, non vedo altra soluzione che un percorso psicoterapeutico che La aiuti a rompere quel legame simbiotico e poco funzionale che esiste tra madre e figlia. Non saprei attribuire delle colpe: forse entrambe siete condizionate dal passato, ma ora occorre sciogliere un legame che rasenta davvero il patologico.

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