Pramipexolo
Salve come scalare pramipexolo 0,5 per non avere crisi di astinenza?. Ho preso fino a 1 mg. Ho fatto una cavolata l ho preso e il mio psichiatra non lo sa. Se mi può aiutareLa risposta
Buongiorno, grazie per aver scritto e per aver avuto il coraggio di condividere questa situazione. Capisco la sua preoccupazione e il disagio che sta vivendo. Il pramipexolo è un agonista della dopamina, comunemente utilizzato nel trattamento della malattia di Parkinson o della sindrome delle gambe senza riposo, ma talvolta usato come coadiuvante nelle terapie per la depressione. La sua sospensione deve essere fatta con attenzione, poiché una riduzione brusca potrebbe causare sintomi spiacevoli, come ansia, agitazione, insonnia, o un ritorno amplificato dei sintomi che si stava cercando di gestire. La cosa più importante da fare è parlarne apertamente con il suo psichiatra o medico curante. So che può essere difficile ammettere di aver preso questa iniziativa da solo, ma il suo specialista è lì per aiutarla, non per giudicarla. In generale, il pramipexolo viene scalato lentamente, riducendo la dose di circa 0,125-0,25 mg ogni 4-7 giorni, a seconda della tollerabilità e del tempo di utilizzo. Ad esempio, da una dose di 1 mg, potrebbe passare a 0,75 mg per una settimana, poi a 0,5 mg, e così via fino alla sospensione completa. Tuttavia, la modalità esatta dipende dal suo stato clinico, dalla durata dell’assunzione e dagli eventuali sintomi che potrebbero emergere durante la riduzione. Se ha assunto il pramipexolo per periodi prolungati o a dosaggi elevati, potrebbe essere necessario un piano di riduzione più graduale e l’eventuale supporto con altre terapie per gestire eventuali sintomi di rimbalzo. È essenziale monitorare eventuali segnali di astinenza o disagio, così come verificare se c’è stato un peggioramento dei sintomi iniziali che hanno portato alla sua assunzione. Vorrei infine incoraggiarla a esplorare, con il supporto del suo psichiatra, i motivi che l’hanno portata a utilizzare il pramipexolo senza supervisione. Comprendere le dinamiche che l’hanno spinta verso questa scelta potrebbe essere molto utile per prevenire situazioni simili in futuro e per individuare strategie terapeutiche più mirate e sicure. Mi auguro di essere stato d’aiuto. Non esiti a cercare il supporto che le serve e ad affidarsi ai suoi medici per affrontare questa situazione nel modo più sereno possibile. Cordiali saluti, Federico Baranzini Psichiatra e Psicoterapeuta a Milano
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