Per il dott Traverso che fare
Gentile dottore, avevo scritto tempo fa per una situazione coniugale disastrosa, marito attaccatissmo alla famiglia d’origine e mammone peggiorato nel tempo. Liti continue. Due settimane fa ad un certo punto se ne è andato, prima dai suoi e subito dopo ospite di un amico. Adesso mi cerca in continuazione, mi dice che è cambiato ma non riesco a fidarmi. Secondo il mio avvocato è tempo di scrivergli. Sto male, abbiamo passato venti anni insieme. Come posso fargli capire che mi deve lasciare tranquilla? Sinceramente con tutto quello che capita alle donne ho paura.La risposta
Gentilissima. Se non leggo male, è lui ad essersene andato, giusto? Quindi decisione e successivo ripensamento sono della stessa persona. In teoria, sarebbe tutto normale, e in caso di Suo diniego Suo marito lascerebbe perdere. Mi inquieta però la paura che mi cita, e cioè che un eventuale rifiuto possa scatenare qualcosa di grave. Ma Lei ha subìto nel passato violenze e angherie, oltre quelle che ci aveva raccontato nel precedente post? Perché se così fosse, o se nell’arco del 20 anni passati insieme avesse avuto atteggiamenti gravemente aggressivi nei Suoi confronti (non necessariamente di tipo fisico, anche quelle psicologiche sono violenze a tutti gli effetti) una diffida sarebbe possibile, considerando che il Suo avvocato può verificare se esistono le condizioni per uno stalking e per chiedere l’eventuale ammonimento del Questore. Se invece non ci sono precedenti del genere, probabilmente una lettera del Suo avvocato che formalizzi che a seguito della decisione di Suo marito di andarsene Lei ha deciso di avviare un percorso di separazione può essere sufficiente. Ma al minimo accenno di invasione della Sua vita, avvisi subito il legale e proceda come la legge consente.
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