Pensieri e paura del termine suicidio
Salve, ho 35 anni, una famiglia con due belle bimbe. Due anni fa scelsi di allontanarmi dal mio attuale marito poiché spesso manifestava atteggiamenti violenti, pacati dopo un distacco di un anno ed attualmente nuovamente insieme. Va tutto bene. Il punto è che in quel periodo ho sperimentato un paio di attacchi di panico e non sono entrata nel circolo vizioso di evitare luoghi o circostanze. Mi sono documentata tanto. È però subentrata l'ansia...il controllo. Si è insediata nella mente un giorno la parola SUICIDIO, così, improvvisamente e mi ha messo tanta paura. Poi non ho dato peso e sono riuscita a distrare la mente. Da quando vado da uno psicoterapeuta, questo pensiero è diventato insistente in alcuni giorni, peggiorata se bevo coca cola o caffè (sarà un caso). Nelle sedute mi è stato chiarito come funziona e che è solo un pensiero, ma l'istinto di controllare su internet mi ha portato nella trappola, tanto è che sono qui a scrivere. Mi piacerebbe sentirmi dire che non peggiori e che non lo farò in realtà quel gesto. Mi piacerebbe ritornare ad avere la mente libera di una volta...La risposta
Quando ci sono storie come la Sua, è abbastanza frequente che, insieme alla possibile “riappacificazione” (ma è poi davvero tale???) emergano disturbi d’ansia che sono la diretta conseguenza di un eccesso di controllo, anche al fine di evitare il ripetersi di situazioni precedenti. Ovvio che bevande eccitanti possono aumentare il livello d’ansia, e quindi anche il timore del suicidio, ma si tratta di una connessione che in realtà non esiste. La cosa non peggiorerà, ma occorre affrontare al meglio la Sua situazione, perché evidentemente c’è ancora qualcosa che le impedisce di essere serena e libera, esattamente come Lei vorrebbe. Utilizzi la psicoterapia ma anche il buon senso per capire cosa La mette in allarme.
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