Non so cosa fare… Maledetta insicurezza!

Premetto di avere una famiglia stupenda e,nonostante sia figlia unica,di non essere viziata in quanto i miei genitori mi hanno sempre spiegato le ragioni di qualsiasi scelta, inoltre non sono una persona pretenziosa anzi do l'anima per gli altri. A 14 anni inizio a frequentare un ragazzo di 18 e del mio stesso paese, le cose tra noi vanno discretamente bene (qualche litigio) ma l'eccessiva gelosia di lui (anch'io lo sono ma con moderazione) mi porta, dopo 9 anni a lasciarlo in quanto non posso nemmeno parlare con le persone senza che lui mi faccia mille domande. Cerco di ricostruirmi una vita nonostante lui non si dia per vinto e mi corteggi anche con appostamenti ed inseguimenti ma, dopo il mio ennesimo "no" si mette da parte. Dopo 2 anni incontro un ragazzo molto dolce, carino e gentile, che vive lontano dalla famiglia per lavoro e col quale inizio una relazione. Il problema sono un po' la distanza (50km) ed un po' la mia gelosia ma, con alti e bassi, la storia prosegue, nonostante le difficoltà familiari dovute ad incomprensioni con il fratello e la fidanzata soprattutto nei momenti di ritrovo a casa della sua famiglia. Nel momento in cui lui vuole intraprendere una convivenza mi mette davanti al fatto di trasferirmi da lui (che nel frattempo ha comprato casa sempre a 50 km da casa mia) e di allontanarmi dalla mia famiglia in quanto anche lui è lontano dalla sua. Ciò mi turba tantissimo. Così inizia a fare battute dicendomi che si sarebbe trovato una fidanzata che lo avrebbe seguito e, dopo poco tempo, conosce una ragazza di cui si innamora e chiude una storia di 9 anni con me. Dopo 15 giorni mia nonna manca improvvisamente. Io, e di conseguenza mia mamma (che è quasi come una sorella per me), crollo in depressione e perdo 10 kg, così con l'aiuto di qualche farmaco, riesco a riprendere in mano la mia vita e dopo un anno smetto l'assunzione degli antidepressivi (sempre seguita dal mio medico di famiglia) riprendendo piano piano anche i kg persi. Ricomincio a vivere la mia vita fino a quando non conosco un altro ragazzo, carino e molto simpatico che esce da una convivenza finita male, a causa di un suo tradimento, ma che resta in buoni rapporti con la ex. Iniziamo a frequentarci subito con tanta voglia di stare insieme. E' una persona molto solare, sempre sorridente e premuroso, ma ha un carattere molto duro e difficile e lui stesso lo ammette; mi dice che lui non è geloso e che non vuole scenate di gelosia da parte mia ma una sera, causa la ex, litighiamo pesantemente e dice di non volermi più vedere fino a quando poi, dopo diversi messaggi sul cellulare, cambia idea. Mi e gli prometto di non essere gelosa così adotto la tecnica della battuta per fargli notare ciò che a me dà fastidio. Stiamo insieme da un anno e mezzo, nonostante sembriamo una coppia collaudata. Si altera molto facilmente e, dopo una discussione mi ha detto che lui ci ha messo molto impegno con me per far funzionare le cose ma che io non ho capito ed apprezzato questo gesto, così, da un po' di tempo, quando si altera, anche per stupidaggini, usa frasi poco piacevoli (tipo "ma sei scema?" oppure "ma capisci le cose o sei handicappata?") che per lui sono, anche se poco piacevoli, solamente intercalari. Anche quando trova qualcosa in me che non gli piace, me lo fa notare con questi modi. Dopo 6 mesi di frequentazione, mi chiede di andare a vivere da lui ma io rispondo che è troppo presto e poi ha la casa in comproprietà con la ex con la quale ha mantenuto un ottimo rapporto che dice di essere amichevole e quasi fraterno, cosa che, per come sono fatta io, non riesco a concepire. Non posso permettermi di dirgli che lei è un problema perché mi risponde che non c'è nulla di cui preoccuparsi in quanto per lui è come una sorella. Lui lavora molto ed è anche molto legato agli amici che nel momento del bisogno gli sono stati vicini e mi ripete spesso che ci vediamo quando è possibile in quanto entrambi non dobbiamo stravolgere la nostra vita ma mantenere hobby ed amici. Un difetto che mi lascia poche certezze è che ora dice una cosa e magari tra 2 giorni la ritratta (es. dire di essere pronto a trasferirsi dal suo paese e quindi allontanarsi dalla sua famiglia e dagli amici per poi ritrattarla dicendo che non se la sente di allontanarsi dalle persone a lui care). Così, per capire bene quali siano le sue idee su di noi, gli ho chiesto se vede una futura convivenza tra noi ma mi ha risposto negativamente dicendomi che, per ora, la nostra relazione lo appaga così com'è impostata (ci vediamo quasi tutte le sere e dormo da lui, mi occupo della spesa giornaliera e della cena), allora gli ho chiesto se vede un futuro tra noi e mi risponde "in certi momenti si, in altri no" in quanto in alcuni momenti io sono troppo oppressiva. Ammetto di avere momenti (con cadenza quasi mensile) in cui sono in cerca di certezze e pressandolo non faccio altro che allontanarlo. Ha un ottimo rapporto con la sua famiglia ma se dovesse avere qualche discussione passa anche giorni interi senza andare da loro. Io cerco di assecondarlo e frenare i miei istinti (es. anche solo una telefonata per sentire la sua voce), lui dice che io sia, sotto certi punti di vista, ancora infantile mentre gli piaccio per come sono donna. Non è uno a cui piacciono smancerie mentre io sono una persona molto dolce, anche a detta delle mie amiche. E' un ragazzo molto scherzoso ma c sono anche serate in cui non parla in quanto occupato in discorsi via cellulare con colleghi ed amici. La mia vita sentimentale mi ha resa fragile ed insicura di me stessa ed ora si è aggiunta che l'ansia perché ho una tremenda paura di soffrire, di stare male e di essere scaricata per l'ennesima volta. Quando infatti discutiamo lui ha bisogno di tempo per elaborare il tutto mentre io cerco di fare finta di nulla e così facendo lui si arrabbia ancora di più fino a quando non decido di lasciarlo perdere e dopo ore o anche qualche giorno, si rifà vivo. Ci sono momenti in cui proprio non so cosa fare e cosa pensare e questo è uno di quelli. Chiedo scusa di essermi dilungata.

La risposta

avatar Sessuologia - Gabriele Traverso Dott. Gabriele Traverso

Carissima. Se anche si è dilungata, di sicuro ha fornito un quadro abbastanza completo della situazione. La prima risposta se la è data da sola: al fondo di tutto esiste una insicurezza che porta a vivere per lungo tempo non solo relazioni positive, ma anche quelle positive intervallate da tanti elementi negativi. Il problema è individuare da dove arriva questa insicurezza. E penso che la risposta sia proprio nella Sua famiglia: non perchè sia stata negativa, anzi, ma evidentemente rappresenta un tale modello (ideale) che nessun rapporto pare avvicinarsi anche solo lontanamente al clima a cui Lei è abituata. Probabilmente occorre approfondire il discorso legato al modo in cui Lei struttura il Suo attaccamento, che è una forma affettiva di base che inizia nel rapporto materno, si consolida in famiglie stabili e poi non riesce più a riproporsi in altre situazioni sentimentali. Sarebbe bene che consultasse uno psicologo, perchè non credo occorra una terapia, ma di sicuro serve affrontare la questione individuando i meccanismi che La mettono in queste situazioni di incertezza e insicurezza. Seguirà il nostro consiglio?

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