Immunoprofilassi anti D in gravidanza
Buongiorno, il mio gruppo sanguigno è AB Rh negativo, mio marito è A Rh positivo, mentre il mio primo figlio è nato con gruppo B Rh negativo. A suo tempo non ho fatto l'immunoprofilassi anti D in gravidanza, poiché nel 2013 non si usava. Ora la ginecologa mi dice che dovrei farla alla ventottesima settimana. Se non è strettamente necessaria preferirei evitare ed eventualmente farla dopo il parto, solamente in caso di figlio con Rh positivo. Desidero precisare che non ho effettuato esami invasivi come villocentesi, ecc e il primo parto è stato naturale. Vorrei sapere che rischi si corrono nel farla e non farla in gravidanza. GrazieLa risposta
Lo scopo della profilassi è quello di prevenire una possibile immunizzazione che può danneggiare la prossima gravidanza. Più la gravidanza si avvicina al parto, maggiori sono le probabilità che ci sia un contatto tra il sangue fetale e quello materno, compreso il momento del parto, per discontinuità non diagnosticabili tra i compartimenti materni ( la placenta) e i vasi fetali. Dato che l’eventualità più probabile è che il feto sia Rh positivo, il contatto dei suoi globuli rossi con il sangue materno attiverebbero una reazione di immunizzazione, simile a quella che mettiamo in atto per batteri patogeni. Fare l’immunoprofilassi più in là o dopo il parto significare aumentare le probabilità che la madre sviluppi gli anticorpi. La probabilità di immunizzazione al parto è del 16%, si riduce al 2 % nelle donne che fanno la profilassi al parto, si riduce fino allo 0,1 % nelle donne che la fanno prima del parto ( dati RCOG 2011).Cordiali saluti
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