Gruppo di supporto

Figlia 35 anni frequenta dipartimento di salute mentale hanno diagnosticato Disturbo schizofreniforme e ha i suoi medici.perche ora e anche in un gruppo di supporto con altri medici?

La risposta

avatar Psichiatria - Federico Baranzini Dott. Federico Baranzini

Buongiorno,capisco che possiate avere delle domande riguardo all’inserimento di vostra figlia in un gruppo di supporto, e vorrei offrirle alcune spiegazioni che spero possano chiarire i motivi di questa scelta, sempre nel rispetto del suo percorso di cura e delle decisioni prese dai professionisti che la seguono.La partecipazione a un gruppo di supporto per pazienti affetti da disturbo schizofreniforme è vista come un’opportunità di arricchimento per il percorso terapeutico di vostra figlia, un’occasione per lei di condividere le proprie esperienze in un ambiente sicuro e comprensivo. In questo spazio, lei potrà incontrare altre persone che stanno attraversando situazioni simili, il che può essere molto confortante e ridurre il senso di isolamento che talvolta si può provare.Nel gruppo, si discutono e si condividono anche strategie pratiche per affrontare le quotidiane sfide legate al disturbo, come la gestione dello stress o il miglioramento delle proprie abilità sociali. Questi incontri possono rivelarsi preziosi per sua figlia, offrendole strumenti concreti da applicare nella vita di tutti i giorni.Un aspetto fondamentale è l’opportunità di lavorare sull’autostima. Ricevere e offrire supporto in un gruppo può fare molto per rafforzare la fiducia in se stessi e nel proprio percorso. Inoltre, la partecipazione attiva al gruppo può aiutare a prevenire eventuali ricadute, contribuendo a mantenere un equilibrio più stabile nel tempo.È importante ricordare che il gruppo di supporto non sostituisce il trattamento individuale ma lo integra, offrendo una dimensione aggiuntiva di assistenza e comprensione. Per comprendere meglio come questo si inserisce nel piano terapeutico specifico di vostra figlia, vi incoraggio a parlarne apertamente con i medici che la stanno accompagnando in questo viaggio. Saranno loro a fornirvi dettagli più specifici e a spiegare come il gruppo di supporto possa essere particolarmente benefico nel suo caso.Infine, potrebbe essere utile parlare direttamente con vostra figlia del suo vissuto all’interno del gruppo. Ascoltare le sue impressioni e le sue esperienze può offrire preziose prospettive su come sta vivendo questa fase del suo percorso.Ricordate, il cammino verso il benessere è un percorso condiviso, e ogni passo, incluso la partecipazione a un gruppo di supporto, è mirato a migliorare la qualità della vita di vstra figlia.Federico BaranziniPsichiatra PsicogeriatraPsicoterapeuta a MilanoDottore in Psicofarmacologia Clinicawww.psichiatra-a-milano.it

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