Frattura femore in novantaseienne
Salve, mio padre ha da poco compiuto 96 anni. E' sempre stato molto in gamba, tra i pochi problemi di salute che ha avuto sino ad oggi ci sono state le operazioni alle gambe per 3 aneurismi, ma non ne ha mai risentito particolarmente. Al momento ha il grave problema di un aneurisma all'aorta addominale, che è di dimensioni pericolose (cm 6,5) ma che non ha ancora dato problemi di nessun tipo. insomma sia fisicamente che mentalmente è il classico ultranovantenne abbastanza straordinario, o almeno lo era fino alla fine di gennaio, quando è caduto salendo sulla bicicletta e si è fratturato il collo del femore sinistro. Hanno tra l'altro trovato che in un tempo passato si era già "fratturato" l'altro e si era aggiustato da solo. E' stato operato con atroprotesi cementata, ma purtroppo non ha voluto andare in un ospedale abbastanza lontano per il periodo do riabilitazione. Sin dai primi giorni è comunque stato mobilizzato ed ha cominciato ad usare un dembulatore in poco tempo. Dopo la dimissione ha continuato a deambulare in casa con l'aiuto appunto di un deambulatore e abbiamo fatto venire una fisioterapista a domicilio. Più o meno gli ha sempre fatto fare gli stessi, pochi esercizi: è migliorato, ma è in un periodo di stasi. Fuori casa cerchiano di farlo camminare con una stampella, ha anche imparato a fare le scale con questa, ma dopo un certo ratto si stanca ed è spesso ostacolato da un dolore intenso all'avampiede sinistro. Quello che domando io è: nonostante l'età è possibile farlo migliorare ancora? Lo chiedo perché due fisiatri che ho consultato finora non si esprimono, data appunto l'età e secondo loro è già tanto che sia in piedi, ma mio padre non si rassegna e vorrebbe riuscire a tornare in gamba il più possibile. Mi domandavo anche se qualche apparecchio elettromedicale potesse essere utile. Grazie e cordiali saluti!La risposta
Gentile paziente, e’ difficile rispondere a distanza, senza conoscere ed aver valutato Suo padre. Sicuramente l’operazione che ha subito, considerata l’età, non è cosa da poco. Se a livello mentale Suo padre lo sostenesse, consiglierei però di non demordere. Da quanto leggo è già a buon punto: bisognerebbe controllare meglio cosa possa essere quel dolore all’avampiede sinistro che lo limita, poi dovrebbe continuare a fare movimento per allungare i tempi di insorgenza di fatica. Senza metterlo troppo sotto pressione, consiglierei di continuare a fargli fare le attività di vita quotidiana in maniera sempre più autonoma, ovviamente con la giusta cautela. Arrivati a questo punto, non c’è nessun elettromedicale domiciliare che potrebbe aiutare Suo padre, il movimento è la cura migliore! Coraggio!Saluti
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