La risposta

Altro Starbene Risponde x

Cara LAURA, il problema che tu poni è complesso e, come spesso è successo in questa rubrica mancano ulteriori dati che possano meglio orientare lo specialista. Cercherò di offrirti qualche linea generale rispetto al tuo problema che ha origini lontane. Nell’infanzia, come tu dici. Dalle tue parole si evince che il cibo è una via che hai trovato per placare l’ansia, forse per riempire un senso di vuoto che ti prende, per noia, angoscia. Forse per via di un ambiente che non ha saputo offrirti sistemi alternativi  ai problemi. “Mangia e non pensare!”Una via che sembrava risolutiva ma che in realtà ha aperto e apre problemi ben più grandi. Senso di frustrazione, indegnità, colpa e, non da meno, sovrappeso che ha conseguenze sulla salute fisico-psichica.  E’ importante capire le ragioni che danno avvio a questo circuito e sul quale al momento non sembri avere controllo. Conseguentemente, aiutarti a sviluppare meccanismi alternativi per controllare l’ansia che ti fa cadere in questo buco nero. Non mi concentrerei troppo sul problema del dimagrimento – che ad oggi non è la priorità- almeno fino a quando non siano state individuate le ragioni del circuito che si attiva e che come un gorgo ti portano dentro fino a non rendertene conto. Ovviamente, inizierei con una visita medica di controllo per scartare qualunque disturbo di natura fisica per passare ad una indagine psicodinamica sull’origine del disturbo e sul senso di questo comportamento compulsavo.