La risposta

Altro Starbene Risponde x

Le anomalie urinarie isolate, anche se di lieve entità e in assenza di sintomi, richiedono sempre un accurato approfondimento diagnostico concordato col medico di famiglia (ripetizione dell’esame, raccolta delle urine nelle 24 ore per ricercare un’eventuale proteinuria e quantificarla, ecografia reno-vescicale, misurazione della pressione arteriosa). In alcuni pazienti è utile il parere di uno specialista nefrologo, il quale potrà decidere i test di approfondimento necessari per stabilire la causa dell’anomalia riscontrata e prevenire quindi l’evoluzione di una malattia renale misconosciuta che potenzialmente potrebbe essere in grado di causare in tempi variabili una perdita irreversibile di funzione renale (insufficienza renale cronica) fino alla necessità di ricorso alla dialisi. Questo processo può avvenire nel corso di anni, senza alcun segno o sintomo eccetto le alterazioni del sedimento (“silent killer”). Queste possono al contrario condurre a una diagnosi precoce di una malattia del rene o delle vie urinarie e all’avvio tempestivo di una terapia che può rivelarsi decisiva per “salvare” il funzionamento dei reni (nefropatie) o persino la vita del paziente (per esempio in caso di tumori del rene o della vescica, o di interessamento renale da parte di malattie ematologiche o immunologiche).