Disturbo borderline di personalitá
Salve dottore, sono Eleonora e ho 20 anni. Scrivo qui perché sono molto confusa. Io prendo la paroxetina 20 mg, 1al mattino, tutti i giorni da quasi 2 anni, ma non mi hanno mai diagnosticato nulla. All'inizio mi aiutava molto ma nell'ultimo periodo sono stata davvero molto giù di umore e mi è capitato di venire a conoscenza del disturbo borderline di personalità. Non voglio fare un'autosiagnosi, ma mi pare di rispecchiarmi molto in questa malattia: io ho molto spesso dei cambiamenti di umore (dalla depressione all'euforia), molto brevi ma ricorrenti . Inoltre mi sembra sempre di percepire le emozioni in modo molto più intenso degli altri e quando sono insieme alle altre persone mi capita spesso di pensare che mi odino o che mi prendano in giro. Sto avendo problemi di autolesionismo e dipendenza e non so se tutto ciò sia un semplice brutto periodo oppure sia qualcosa di più grave. Il mio psichiatra è andato in pensione e inoltre mi sono anche trasferita. Lei cosa ne pensa? Può aiutarmi? Grazie milleLa risposta
Gentile Eleonora, la ringrazio per avermi scritto e per aver condiviso la sua situazione con tanta sincerità. Come psichiatra, comprendo la sua preoccupazione e la confusione che sta vivendo in questo momento. Mi pare di capire che la paroxetina, che assume da circa due anni, inizialmente le abbia portato beneficio, ma che ora stia notando una diminuzione della sua efficacia. Questo, unito ai sintomi che descrive – le oscillazioni dell’umore, l’intensità particolare con cui vive le emozioni, i pensieri ricorrenti riguardo al giudizio degli altri, e soprattutto l’autolesionismo e i problemi di dipendenza – sono elementi che meritano sicuramente attenzione professionale immediata. Sebbene lei faccia riferimento al disturbo borderline di personalità che può presentarsi con sintomi e comportamenti simili, devo sottolineare che come può immaginare non è possibile fare diagnosi senza una valutazione in persona e approfondita. Ciò che mi preme sottolineare con particolare urgenza è l’importanza che lei non rimanga senza supporto professionale. È fondamentale che cerchi quanto prima un nuovo psichiatra che possa prenderla in carico, rivalutare l’adeguatezza della sua terapia farmacologica e, soprattutto, fornirle il sostegno di cui ha bisogno in questo momento. Nel frattempo, è cruciale che non interrompa autonomamente l’assunzione della paroxetina, in quanto questo farmaco richiede una sospensione graduale e monitorata da un professionista. Le suggerisco di rivolgersi al suo medico di base per ottenere un riferimento a uno psichiatra nella sua nuova zona di residenza, o di contattare il centro di salute mentale pubblico più vicino. Potrebbe essere molto utile considerare anche un percorso di psicoterapia in aggiunta al supporto psichiatrico. Il fatto che lei stia cercando aiuto e che sia consapevole del suo disagio è un segnale molto positivo. Consideri questa fase come un momento di transizione verso una cura più completa e appropriata alle sue attuali necessità. Non esiti a cercare il supporto professionale di cui ha bisogno: la sua salute mentale è importante e merita di essere adeguatamente curata. Un cordiale saluto. Federico Baranzini Psichiatra e Psicoterapeuta a Milano
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