Disturbi di ansia
Buongiorno, ho già scritto ieri ma non sono sicura che la mia domanda sia stata inviata correttamente. Chiedo quindi scusa se la ripeto. Più che ansia credo che la mia sia un'estrema timidezza. Quando interagisco con alte persone, non necessariamente estranei, mi sento molto trattenuta, tesa, imbarazzata. E questo mi provoca dei disagi visibili che accentuano ancora di più il mio stato negativo. Sudo copiosamente in viso, i capelli si bagnano e quando inizio a sentire i rivoli di sudore che mi scendono dai capelli mi concentro solo su questo disagio e non riesco nemmeno più ad ascoltare ciò che mi sta dicendo l'altra persona. Desidero solo che tutto finisca presto, desidero solo fuggire. Per lavoro devo incontrare persone e questo mio stato diventa sempre più pesante : mi sto autoisolando e, come in un circolo vizioso, quando sono costretta ad incontrare altre persone, la situazione peggiora sempre di più. Provo un imbarazzo, un disagio, uno stress emotivo che, quando tutto finisce, mi sento addirittura molto spossata. Prendo 1 compressa di pasaden tutte le mattine e, in previsione di incontri con altri, 10/12 gocce ma non ne sortisco niente, non ho nessun tipo di beneficio. Come posso fare, non vorrei imbotttirmi di psicofarmaci. Forse un ansiolitico diverso dal Pasaden mi gioverebbe di più. Grazie infinite per l'attenzione che mi vorrete dedicare. Cordiali saluti.La risposta
Gentilissima. Non mi pare che la domanda precedente sia correttamente arrivata. Questa, invece, come vede, si. Non si tratta di imbottirsi di psicofarmaci, ma di verifica se una terapia medica (come anche quelle psicologiche) sono efficaci. Da quello che Lei dice, non è così. Partiamo dal presupposto che immagino che la terapia segua una diagnosi, che però Lei non cita. Da quanto afferma sembra un disturbo di ansia sociale, che fa parte in generale dei disturbi d’ansia. La terapia farmacologica serve essenzialmente a controllare i sintomi, per rimuovere o attenuare le cause occorrerebbe invece una psicoterapia. Ma per fare ciò sarebbe opportuno che Lei si rivolgesse ad uno psicoterapeuta di fiducia (chiedendo informazioni o facendosi consigliare) attivando quindi insieme ad un adeguamento del trattamento farmacologico anche un percorso psicoterapeutico. Le consiglio di individuare uno psicologo di matrice cognitivo-comportamentale.
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