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Giardinaggio in quarantena: coltivare piante e fiori fa stare meglio

La nostalgia della vita all’aria aperta è forte. Ma dedicarti al giardinaggio in tempi di Coronavirus può essere di grande aiuto. Ti basta un balcone o anche solo un davanzale

Foto: iStock



Tutti in questi giorni di quarantena chiusi in casa, causa Coronavirus, stiamo sognando di poter camminare in un bosco o di affondare i piedi nella sabbia in riva al mare. Mai come ora il contatto con la natura diventa un vero e proprio antidoto antistress. Il giardinaggio ti viene in aiuto.

La buona notizia è che ognuno di noi può costruirsi un angolo verde (su un balcone o anche solo su un davanzale) dal benefico effetto. «Il mondo vegetale è un autentico fattore di benessere, perché ci riconnette alla nostra “memoria di specie”», afferma Marcel la Danon, ecopsicologa e direttrice della Scuola di formazione Ecopsiché di Ello (Lecco).

«Siamo nati nelle foreste e il nostro organismo, nella sua storia evolutiva, ha sviluppato un vero e proprio “inconscio ecologico”, la consapevolezza cioè che stare nella natura ci fa bene e ci riconnette alla nostra parte più vitale».


Perché le piante sono un valido aiuto

Spesso erroneamente considerate poco vitali (si parla di “stato vegetativo” per indicare una menomazione cerebrale), le piante al contrario sono organismi molto dinamici.

«Anche se non si muovono, non c’è nulla di statico in loro: le piante cambiano in continuazione in funzione della luce e degli agenti atmosferici circostanti. Come noto, mediante il processo della fotosintesi convertono la luce del sole nell’ossigeno che respiriamo e ogni giorno possono sviluppare un nuovo germoglio, far sbocciare un fiore, emanare un nuovo profumo. Se le osserviamo bene, possono quindi insegnarci due qualità importanti e poco valorizzate: la lentezza e l’attenzione», prosegue l’ecopsicologa.


Le piante come rimedio contro la solitudine

«Un’altra caratteristica importante delle piante è che sono in grado di comunicare ed entrare in relazione con noi», sottolinea Marcella Danon.

«Nel 2018, nell’Ikea di Dubai è stato condotto un interessante esperimento, chiamato “Bullizza una pianta”. Due piantine sono state esposte al pubblico per la durata di un mese. È stato chiesto ai passanti di rivolgere parole gentili e pensieri positivi alla prima; mentre bisognava indirizzare insulti e pensieri negativi alla seconda. Passati i trenta giorni, l’esemplare trattato con gentilezza era fiorente e rigoglioso, quello maltrattato invece secco e deperito. È un esempio significativo di come le piante sono in grado di interagire con l’ambiente esterno. Diventano perciò vere “dame di compagnia” e un efficace antidoto contro la solitudine e l’isolamento di questo periodo difficile».


Come coltivare piante e fiori

Anche se non puoi andare nei centri giardinaggio, in questo periodo puoi aumentare le piante del tuo balcone attraverso il procedimento delle talee (cioè tagliando una piccola parte di una pianta per ricavarne un nuovo esemplare).

«È facile che nei tuoi vasi ci sia già un geranio o una pianta aromatica come il rosmarino. Se non ce l’hai, puoi sempre sbirciare sul balcone del vicino e chiederne un pezzettino da farti lasciare fuori dalla porta», afferma Paolo Valcarenghi, esperto di Legambiente.

«Per i gerani basterà un rametto di 10 cm: pratica un taglio orizzontale sulla base legnosa (proprio dove è stata recisa) e fanne un altro longitudinale proprio in corrispondenza del rigonfiamento che vedi sul rametto, perché lì sotto c’è la gemma dormiente che si svilupperà. Poi taglia le foglie nella parte superiore del rametto, in modo che la linfa non spinga su queste ma sulle radici, facendo così crescere la talea. Quindi recupera un vasetto, aggiungi il terriccio (meglio se ne hai di nuovo, altrimenti usane uno vecchio smuovendo bene la terra), inserisci la base della talea nel vaso per 2/3, lasciandone fuori 3 cm e bagnala senza lasciare acqua nel sottovaso. Metti la nuova piantina in una zona assolata del balcone e quindi innaffia una volta alla settimana». La sua crescita, stanne certa, giocherà un ruolo positivo nella tua quarantena.


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Articolo pubblicato sul n. 16 di Starbene, in edicola e nella app dal 31 marzo 2020


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