di Margherita Monfroni
A chi non è mai capitato almeno una volta nella vita di passare una notte in bianco?
Ebbene, la difficoltà a cadere e/o a rimanere addormentati si definisce insonnia, e può verificarsi sia per un breve periodo di tempo, nello specifico da una notte ad una settimana (in questo caso si parla di insonnia acuta), sia perdurare a lungo (quando si sperimentano disturbi del sonno per almeno tre volte alla settimana nel corso di un mese o più, si parla di insonnia cronica).
Ecco cosa c’è da sapere su questa condizione.
Sintomi
L’insonnia generalmente di manifesta con uno o più dei seguenti sintomi:
- difficoltà ad addormentarsi;
- frequenti risvegli notturni e difficoltà a riprendere sonno;
- risveglio alle prime luci dell’alba;
- stanchezza diurna;
- irritabilità;
- problemi di concentrazione o memoria.
Cause
Le cause all’origine dell’insonnia acuta possono essere molteplici e comprendere nello specifico:
- un evento stressante o traumatico, come la perdita o il cambio di lavoro, la morte di una persona cara, un divorzio o un trasloco;
- condizioni di salute quali asma, depressione, artrite e reflusso gastroesofageo;
- disagio fisico o emotivo;
- fattori ambientali (rumori, luminosità o temperatura della camera da letto) che interferiscono con il sonno;
- l’assunzione di medicinali come quelli usati per curare raffreddori, allergie, depressione, ipertensione e asma;
- interferenze nella normale routine di sonno come jet lag o lavoro su turni.
All’origine dell'insonnia cronica invece concorrono fattori quali depressione e/o ansia, stress cronico, dolori che insorgono durante la notte.
Cosa fare
L'insonnia transitoria così come le forme più lievi, spesso non richiedono trattamenti ad hoc, ma piuttosto l’adozione di una serie di accorgimenti quali:
- mezz’ora prima di andare a letto, dedicarsi allo svolgimento di un’attività rilassante come leggere un libro;
- prima di andare a letto, riporre dispositivi elettronici come laptop, telefoni e tablet, poiché la luce proveniente dai loro schermi può allertare il cervello e rendere più difficile addormentarsi;
- per calmare la mente, fare degli esercizi di respirazione o di rilassamento. Tra questi rientra il metodo del 4-7-8, una tecnica di respirazione ideata da Andrew Weil, studioso presso la prestigiosa Harvard University, che consentirebbe di cadere addormentati dopo soli 57 secondi. La tecnica è suddivisa in tre momenti consecutivi: durante il primo, occorre inspirare col naso per 4 secondi; dopodiché, bisogna trattenere il respiro per 7 secondi; infine, espirare con la bocca per 8 secondi. L’intero esercizio andrebbe quindi ripetuto per tre volte.
- se non si riesce a dormire dopo 20 minuti che si è nel letto, è consigliabile recarsi in un altro spazio della casa per svolgere un'attività rilassante, come leggere o ascoltare musica. Stare a letto svegli, infatti, può creare un legame malsano con l’ambiente di sonno;
- svegliarsi alla stessa ora ogni giorno, così da regolare l'orologio biologico del corpo e favorire l’addormentamento alla sera.
Se però l’insonnia incide sulla vita diurna, è opportuno consultare il proprio medico, che potrà individuare le cause scatenanti del disturbo e indirizzare verso la terapia più opportuna.