Vi capita di russare quando andate a dormire? Succede a 19milioni e mezzo di italiani, e per 2milioni il problema è piuttosto serio perché collegato alle apnee notturne di livello moderato o grave. Il che potrebbe portare ad avere icuts o infarti nel cuore della notte.
Se per i casi più leggeri ci sono vari modi per risolvere il problema, per quelli più seri è invece necessario l’intervento chirurgico per evitare conseguenze che potrebbero essere anche fatali.
Come fare a capire, però, quando è necessaria l’operazione e quale sia l’intervento più adatto? Esiste un esame che si chiama “sleep endoscopy”: dura 15, 20 minuti e consiste nell’inserire un sondino nella narice del paziente, sedato, per esplorare le vie aeree fino a faringe e laringe e individuare la zona responsabile del disturbo. Nella maggior parte dei casi dipende dal palato che vibra o collassa fino a ostruire la faringe. L’operazione prevede che, agendo sui muscoli del palato, venga risollevato. Il problema potrebbe però dipendere anche dalle pareti laterali della gola troppo ravvicinate tra loro. In quel caso, l’intervento prevede che si riposizionino i muscoli della faringe per ricreare lo spazio necessario per far passare l’aria. In entrambe le operazioni sono previsti 2 giorni di ricovero, serve l’anestesia generale e sono a carico del Servizio sanitario nazionale.
Se però il russare non causa apnee notturne, si risolve senza dover arrivare all’operazione chirurgica. Utile è il Mad, una sorta di “bite” da indossare la notte per sostenere in avanti la mandibola quando il disturbo è dovuto a una cattiva circolazione dell’aria nella zona interna della bocca. Se invece russare dipende da una posizione sbagliata di come si dorme, si usa una specie di collare che vibra ogni volta che si è supini, inducendo a cambiare posizione e quindi a smettere di emettere fastidiosi rumori.