Ogni anno in Italia 5mila persone perdono la vista a causa del glaucoma, una malattia cronica degenerativa che danneggia piano piano, in modo inesorabile, le cellule che collegano l’occhio al cervello. E’ la seconda causa di cecità al mondo, subito dopo la cataratta. Il danno nervoso è causato principalmente, ma non solo, da un aumento della pressione all’interno dell’occhio dovuta a un accumulo di liquido, il cosiddetto umor acqueo, che preme sul nervo ottco.
Si stima che un milione di persone, nel nostro Paese, sia in terapia. Ma ce ne sono circa la metà, 500mila, che ignorano di avere questo problema e quindi rischiano di restare senza vista. La patologia, infatti, è asintomatica sino a quando non inizia a compromettere gran parte del campo visivo. Per questo la prevenzione è fondamentale. La scienza ha fatto di recente notevoli passi avanti, grazie a uno studio italiano (il primo di questo genere) centrato sulla neuroprotezione, ovvero l’ultima e nuova strategia contro il glaucoma.
Ad oggi la terapia principale per contrastare il problema consiste nel ridurre la pressione interna al bulbo oculare con dei colliri specifici, a base di betabloccanti o prostaglandine, oppure con il laser o ancora con un intervento chirurgico. Tutto utile a rallentare la malattia, ma non a bloccarla.
Le ultime ricerche hanno evidenziato che oltre alla pressione oculare, il glaucoma può essere dovuto a una degenerazione delle cellule ganglionari della retina, che formano il nervo ottico. Per questo le nuove terapie, che si affiancano a quelle tradizionali comunque utilissime, si orientano su interventi di tipo neuroprotettivo, per difendere proprio i neuroni della retina dalla distruzione, spesso dovuta allo stress ossidativo causato dai radicali liberi. Per questo su punta a usare sostanze antiossidanti, in particolare il coenzima Q10. Un apposito collirio, riconosciuto dalla comunità scientifica, ha già dato riscontri importanti contro la morte delle cellule ganglionari della retina.