Come combattere gli sprechi

Siamo un popolo di spreconi. Spesso ci lamentiamo delle difficoltà economiche, ma poi si scopre che troppe volte, ancora oggi, buttiamo nella spazzatura molti avanzi: addirittura ogni anno bruciamo con gli sprechi alimentari l’1% del Pil, il prodotto interno lordo. E pensare che l’Italia è uno dei pochi paesi europei a essersi dotato di una legge per combattere proprio questa tendenza, incentivando al risparmio, alle donazioni e al riciclo. Eppure non basta: bisogna puntare maggiormente sulla prevenzione. Anche a me talvolta capita, lo ammetto, di fare la spesa e comprare più di quello che mi serve, col risultato che qualche prodotto resta a lungo in frigorifero sino a ben oltre la data di scadenza. E così poi mi trovo costretto a buttarlo, mio malgrado. Non è solo colpa della grande distribuzione, insomma. Anzi: lo spreco domestico incide tra il 60 e il 70% dello sperpero annuo. Quindi fa la parte maggiore. Ogni famiglia butta circa 200 euro di frutta e verdura ogni anno. A tradirci è soprattutto la nostra percezione perché tendiamo a sottostimare la quantità di cibo che gettiamo. Per cercare di contrastare questo fenomeno è partita la campagna Spreco Zero – Reduce, che ha avviato il progetto “Diari di famiglia”: è un monitoraggio sullo spreco reale di un campione di famiglie, attraverso il controllo della spazzatura. Dai primi test pare che lo spreco reale sia il 50% in più di quello percepito. Ecco perché può essere utile anche per noi tenere un diario di quello che buttiamo via, per renderci conto esattamente di cosa sperperiamo e correggere questo brutto comportamento. Tra le iniziative anti spreco c’è quella dell’associazione Equoevento che recupera il cibo in eccedenza in pranzi di nozze e eventi di lavoro, per donarlo alle mense dei poveri e alle case famiglia. Per ora opera a Roma, Milano, Trino, Lecce, Parigi e Madrid. Lo spreco possiamo combatterlo anche al ristorante chiedendo ad esempio di metterci gli avanzi in un recipiente da portare a casa. Oggi lo fa il 21% dei ristoratori, un numero ancora ridotto. Ma nulla vieta a noi di chiedere la doggy bag anche in quei locali che non la prevedono: basta farsi incartare quel che non abbiamo consumato per mangiarlo il giorno dopo a casa, evitando così che finisca nella spazzatura.