Amico fidato dei denti, è anche alleato di chi voglia mantenere la forma fisica.
Ciò di cui parliamo è lo xilitolo, che è ricavato a partire dalla corteccia di betulla o dai torsoli del mais. Il composto è presente anche nella polpa di alcuni frutti - fragole, lamponi e prugne - e addirittura è prodotto in minime quantità anche dal nostro organismo. È giusto quindi andare oltre i confini del semplice “zucchero del legno”, pur sapendo che questa espressione si basa su due fatti consolidati: tra i vari tipi, lo xilitolo di betulla è il più conosciuto; al gusto è dolce, e ciò lo affianca di riflesso al saccarosio e agli altri dolcificanti. Dai quali, tuttavia, è molto diverso.
Dallo zucchero comune, per esempio, si distingue perché a parità di potere dolcificante ha il 40 per cento di calorie in meno e un indice glicemico di dieci volte minore. Ecco perché è da considerare tra i più fidi alleati di chi punti a dimagrire riducendo il carico quotidiano di calorie, ed ecco perché lo troviamo come additivo alimentare soprattutto nei chewing gum e nelle caramelle. Non manca poi chi lo utilizza anche come ingrediente ordinario: in Finlandia - paese ricchissimo di betulle - viene utilizzato nella preparazione di numerose ricette.
L’amico dei denti
Se della forma fisica e del controllo della glicemia può definirsi alleato, della salute dei denti lo xilitolo può dichiararsi apertamente amico. Appartiene infatti alla famiglia dei polialcoli, sostanze cosiddette “non cariogene” poiché, non essendo fermentate dai batteri del cavo orale, inibiscono la formazione degli acidi che corrodono lo smalto.
Come è noto, sono i batteri a determinare la formazione di placca sui denti, e uno in particolare: lo Streptococcus mutans. Questo organismo si nutre di glucosio, comunemente presente in diversi alimenti, ma non riesce a cibarsi di xilitolo; quando c’è quest’ultimo, insomma, non c’è l’altro. Il risultato è una diminuzione di questi batteri nel cavo orale e, di conseguenza di placca e carie.
Non sono pochi gli studi che confermano le virtù anticarie della sostanza, quando viene assunta regolarmente e in dosi di pochi grammi al giorno. Nel 2017, per esempio, una ricerca condotta da un team di odontoiatri dell'università Statale di Milano è stata presentata a Oslo (Norvegia) nell’ambito di un congresso dell’Orca (European Organisation for Caries Research). Questa ricerca aveva l’obiettivo di verificare se bassi dosaggi di xilitolo (2,5 g/giorno) veicolati tramite il chewing gum fossero efficaci nel ridurre i batteri cariogeni e quindi le nuove carie.
I risultati hanno confermato l’ipotesi di partenza: nel gruppo di persone che hanno assunto gomme senza zucchero con xilitolo in un periodo di 12 mesi, i batteri cariogeni sono diminuiti e sono rimasti bassi addirittura nei 12 mesi successivi la somministrazione.
Lo studio ha infine confermato che, in totale, l’azione dello xilitolo porta ad un 30% di riduzione delle nuove carie.
Masticare xilitolo, magari sotto forma di chewing gum, è dunque un modo più che efficace che aiuta a preservare la salute del cavo orale.