Gli effetti diretti del superlavoro
«È vero: lo stress apre spesso la strada ad abitudini che nuociono all’organismo, ma non possiamo mettere in dubbio le sue responsabilità dirette sullo stato di salute», ribatte Massimo Biondi, docente di psichiatria all’Università La Sapienza di Roma. Dimostrate da anni e anni di ricerche. «I circuiti cerebrali che regolano le emozioni dialogano con gli organi del nostro corpo attraverso un fitto passaparola, mantenuto attivo dal sistema neurovegetativo, da una cascata di sostanze chimiche (ormoni quali adrenalina, noradrenalina e i neuropeptidi) e dal sistema immuno-infiammatorio ».
Di norma, questa alleanza serve a farci reagire, nell’immediato, alle situazioni di emergenza. Quando si vive una situazione di malessere interiore prolungato, invece, questa comunicazione perde il suo equilibrio e determina uno scompenso che crea danni all’organismo. «Per esempio, a lungo andare lo stress attiva un’eccessiva produzione di citochine, mediatori che creano uno stato infiammatorio cronico dei tessuti che può dare il via a malattie autoimmuni come l’artrite reumatoide, il lupus eritematoso o la fibromialgia», sostiene Marco Pacori, psicoterapeuta e autore de Il linguaggio segreto dei sintomi (Sperling & Kupfer Editore, 17 euro).
«Inoltre, l’eccessiva produzione di cortisolo, tipico effetto dello stress, altera il metabolismo degli zuccheri e può facilitare il diabete. Innalza anche la pressione, favorendo l’ipertensione e aumenta l’aggregazione delle piastrine che si depositano sulle pareti delle arterie. Risultato: effetti negativi su cuore e circolazione», continua Pacori.
Le controindicazioni della vita sotto pressione sono state addirittura misurate: «Nei 6-12 mesi successivi alla morte diun parente lo stress emotivo aumenta di almeno il 30% la possibilità di incorrere in un ictus o in un infarto», sottolinea Biondi. «Aumenta da quattro a otto volte, invece, il rischio di ammalarsi di tumore, a causa dell’infiammazione cronica innescata dalle sofferenze interiori che fa da terreno alla crescita delle neoplasie. Anche lo stress sul posto di lavoro non è da meno: nell’elettrocardiogramma di chi vive tensioni continue in ufficio ci sono indici di una sofferenza del cuore. Alla lunga, lo stress lavorativo aumenta anche i rischi di soffrire di gastrite, cefalea, colon irritabile, tachicardia e depressione».