SI PUNTA A RISULTATI IN TEMPI RAPIDI
L’obiettivo è ritrovare nell’arco di qualche mese la capacità di essere “vivi”, almeno sotto il profilo del desiderio, e di apprezzare i lati positivi della vita, come si propone la terapia metacognitiva di Adrien Wells (studicognitivi.it). Nello stesso tempo, ci si concentra in modo “chirurgico” sulle cause scatenanti l’umore nero.
«La depressione è una reazione fisiologica a qualcosa di dannoso, sbagliato, sgradito. Non a caso, rispetto agli uomini, le donne hanno un rischio doppio di esserne colpite», spiega Paola Leonardi, sociologa e psicoterapeuta, fondatrice del Centro Autostima Donne e autrice del libro Depresse non si nasce... si diventa (FrancoAngeli, 22 €). «I motivi non sono quasi mai ormonali e/o genetici, bensì psico-sociali.
In pratica, per noi donne la depressione è una modalità di opporci silenziosamente allo stress delle richieste eccessive degli altri (e di noi stesse), ai problemi affettivi, sentimentali o legati alla vita quotidiana.
Vi ricorriamo per mettere sotto ghiaccio le emozioni, quando sono troppo forti da gestire. Sulla base di queste considerazioni, propongo un percorso di 12 tappe che porta a guardare in fondo a se stesse, al di là delle “varie facce e varie teste” costruite nel tempo per compiacere gli altri.
Ma,soprattutto, suggerisco di esprimere pensieri, sentimenti, emozioni e desideri, con qualsiasi mezzo. Perché chi si esprime non si deprime», conclude l’esperta. Il reset dell’origine del disturbo sta alla base della guarigione, suggerisce l’altro filone antidepressione, capeggiato dall’Emdr (Eye movement desensitization and reprocessing, cioè desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari).
«Questa tecnica è particolarmente adatta quando si sta male dopo un lutto, una separazione, un abbandono. E ha lo scopo di riattivare la nostra capacità naturale
di elaborare lo stress e il dolore», spiega Isabel Fernandez, psicologa psicoterapeuta, presidente delle associazioni Emdr italiana ed europea
«Come si raggiunge? Si affronta un problema per volta, con l’obiettivo di depotenziare l’emotività negativa – anche indiretta – che è rimasta attaccata al ricordo e che condiziona il presente, colorandolo di nero».