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Come proteggersi dall’inverno mutato dai cambiamenti climatici

Da alcuni anni ormai siamo esposti a temperature più miti, inframmezzate da ondate di gelo improvvise e violente. Un grande esperto di cure naturali ti spiega come proteggere la salute con il clima che cambia

Foto: iStock



Da qualche anno le simulazioni sempre più precise e dettagliate consentono di studiare i cambiamenti climatici come mai era stato possibile prima: utilizzando dei modelli numerici, gli esperti riescono a fare uno “zoom” su una certa parte della Terra e produrre informazioni utili per capire quali saranno gli impatti di un clima mutato su quello specifico territorio. Puntando la lente d’ingrandimento sull’Italia, si prevedono stagioni calde sempre più lunghe e stagioni fredde sempre più brevi, a fronte di una temperatura globale che dovrebbe raggiungere o superare 1,5 °C di riscaldamento nei prossimi due decenni.

Questo significa che d’inverno saremo progressivamente esposti alle temperature rigide per periodi meno prolungati ma con diminuzioni termiche (ondate di gelo) molto repentine, che avvengono nell’arco di poche ore o addirittura minuti.

«Il vecchio clima mediterraneo, caratterizzato da un inverno mite e stabile, ha lasciato spazio a continui sbalzi caldo-freddo, che sottopongono l’organismo a un certo stress», racconta il dottor Emilio Minelli, medico esperto in agopuntura, omeopatia, fitoterapia e fitoterapia tradizionale cinese.

«Così, si apre facilmente la strada a problematiche circolatorie, malattie da raffreddamento, lombalgie, sciatalgie, reumatismi e molti altri disturbi, senza contare l’aggravamento di patologie pregresse, tra cui le cardio-cerebrovascolari, respiratorie croniche, i disordini endocrini e il diabete che, se presenti, sconsigliano l’esposizione al freddo troppo intenso».


Come difenderti dai continui sbalzi caldo-freddo

Allora, come imparare a contrastare queste variazioni così repentine? Ad esempio, sottoponendo forzatamente l’organismo durante l’anno a frequenti sbalzi termici per addestrarlo a un rapido e profondo adattamento.

«Di tanto in tanto, sotto la doccia, alterna dei getti di acqua calda e fredda», suggerisce Minelli. «Non rinunciare poi alla passeggiata quotidiana anche nei giorni più rigidi dell’anno, perché restare sempre chiusi nei luoghi domestici rende più vulnerabili durante le rare uscite».

In aiuto possono venire anche le cosiddette piante adattogene, che contengono sostanze in grado di aumentare la capacità dell’organismo di affrontare i continui cambiamenti.


Il ruolo del vento

La percezione del freddo e i suoi possibili effetti sulla salute sono fortemente condizionati anche dalla presenza di altri fattori meteorologici come il vento – che la medicina cinese considera la “causa delle 100 malattie” – oppure l’umidità dovuta a nebbia o neve.

Nel primo caso, la continua rimozione dello strato d’aria prossimo alla pelle favorisce una maggiore dispersione del calore e generalmente fa percepire temperature più basse rispetto a quelle dell’aria circostante: esiste addirittura un indice biometeorologico (il New Wind Chill Temperature Index, NWC) che, attraverso complicatissimi calcoli matematici, permette di misurare la temperatura percepita per effetto del vento, fino a classificare sei livelli di disagio (da una semplice “impressione sgradevole” al “congelamento sicuro in 30 secondi”).

«L’umidità invece favorisce un ristagno di liquidi nei tessuti, peggiora la circolazione e accentua i reumatismi», avverte il dottor Minelli.


Come proteggersi?

In generale durante l’inverno, ma in particolare nelle giornate ventose o umide, segui una dieta anti-freddo, prediligendo cibi riscaldanti e nutrienti: cereali, zuppe con il brodo caldo, pasta coi legumi, carne e pesce, frutta e verdura di stagione.

«In caso di umidità e nebbia aggiungi poi alimenti leggermente piccanti e aromatici, che aiutano a vincere le stasi della circolazione dell’energia e del sangue, che possono causare dolori».


Cosa fare se sei molto sensibile al freddo

Ci sono persone che soffrono le basse temperature più di altre. A volte questa ipersensibilità è dovuta semplicemente a stanchezza o mancanza di sonno, mentre in altri casi può nascondere anemia, problemi circolatori, neuropatie, ipotiroidismo o squilibri dell’ipofisi e dell’ipotalamo.

«Se noti un’eccessiva suscettibilità alle basse temperature, rivolgiti al medico di base: può essere il momento giusto per un check-up generale, ma anche per aumentare la protezione».

Qui vengono in aiuto i rimedi naturali, che possono essere utilizzati senza particolari effetti collaterali. «Usa un umidificatore per vaporizzare nell’ambiente degli oli essenziali come quelli di eucalipto, pino silvestre e abete balsamico: sono disinfettanti e rinforzano le difese. Oppure assumi 1-2 compresse da 300 mg, 2-3 volte al giorno, di aglio nero sotto forma di estratto secco: si tratta di un tonico dell’energia, che disperde le mucosità da freddo e umidità, migliorando la respirazione».

Altre integrazioni molto valide possono essere a base di ganoderma (1-2 compresse di estratto secco da 300 mg, 2-3 volte al giorno) e uncaria (1-2 compresse da 300 mg, 2-3 volte al giorno). «Un paio consigli finali», conclude l’esperto. «Prima di assumere qualunque rimedio fitoterapico, chiedi sempre consiglio al medico di base se stai seguendo una terapia farmacologica in modo da evitare interferenze tra i principi attivi. Inoltre, usa i rimedi dolci per cicli di 20-30 giorni: sono già sufficienti per avere effetti benefici, mentre un uso ininterrotto delle stesse sostanze potrebbe dare problemi».



Il grande paradosso

Ma se c’è il surriscaldamento globale, perché ci sono improvvise ondate di gelo? A grandi linee, questi fenomeni sono dovuti ai cosiddetti vortici polari, degli anelli continui di vento che circondano il Polo Nord e trattengono l’aria fredda dell’Artico alle alte latitudini.

Finché il vortice polare “tiene”, il freddo resta intrappolato e non può raggiungere altre zone del pianeta, ma se si indebolisce (come sta accadendo da qualche decennio) permette all’aria gelida di spostarsi verso sud e raggiungere le nostre latitudini.


Cosa succede in Italia

Secondo uno studio pubblicato sulla rivista Geophysical Research Letters, entro il 2100 in Italia l’inverno durerà meno di 2 mesi mentre l’estate sarà quasi di 6 mesi. Tutto ciò se non si limiteranno le emissioni di gas serra.


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