Con la conuslenza del dottor Giorgio Donegani, tecnologo alimentare a Sesto San Giovanni (MI)
L’uso del Pvc per le pellicole è ancora permesso: la legge europea (Regolamento UE n. 10/2011) riporta l’elenco delle sostanze plastiche ammesse per il contatto con gli alimenti e tra queste è incluso anche il polivinlcloruro.
Va detto, però, che per questo materiale sono specificate nella normativa alcune disposizioni particolari. I produttori, per esempio, sono obbligati a garantire limiti bassissimi di eventuale migrazione di particelle: 10 ppb (parti per bilione, pari a 0,01 mg) di sostanza per ogni kg di alimento.
Un problema legato al Pvc è l’eventuale impiego nella sua realizzazione di particolari sostanze plastificanti (ftalati) che potrebbero risultare nocive per la salute (altererebbero l’equilibrio dei nostri ormoni, a cominciare da quelli sessuali).
Oggi gli ftalati non sono utilizzati dalle aziende italiane per ottenere le pellicole. Ecco perché, sugli scaffali del super accanto ai prodotti garantiti "senza Pvc” iniziano a comparirne altri che lo contengono.
In ogni caso, per eliminare ogni rischio di contaminazione, non metterli a contatto con i cibi grassi (il consiglio è scritto anche sulle confezioni).
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Articolo pubblicato sul n. 52 di Starbene in edicola dal 12/12/2017