Se un italiano su tre cerca in rete le informazioni sulla salute e di questi oltre il 90,4% fa ricerche su malattie specifiche, incappare nelle fake news, che sul web nascono e proliferano a migliaia, è molto facile. Non a caso ogni settimana su Starbene sfatiamo una bufala (la trovi sempre in home page tra le news).
Come ci si difende? «Prima di tutto valutando la fonte: chi parla è uno “scienziato incompreso” o un medico che ricopre una carica importante in un ospedale o in università?», precisa Roberto Burioni, il celebre medico virologo attivo soprattutto sui social contro la disinformazione sui vaccini e autore del libro Balle mortali (Rizzoli), in cui esamina le bufale più pericolose in tema di salute.
«Inoltre, è necessario capire da dove derivano le affermazioni che leggiamo: sono riportati gli studi scientifici accettati dalla comunità medica internazionale o chi parla si basa “sulla sua esperienza personale”? Quest’ultima non conta nulla, può essere un punto di partenza per studi rigorosi e non un punto di arrivo e la pubblicazione deve avvenire su riviste mediche serie e non sul proprio blog o su YouTube».
In gioco c’è la salute dei cittadini. Per questo le istituzioni hanno predisposto strumenti ad hoc per arginare le fake news. Eccone alcuni.
Scegli solo fonti scientifiche
Su issalute.it/falsi-miti, l’Istituto superiore di sanità mette a disposizione un elenco di false notizie con tanto di spiegazioni scientifiche che ne evidenziano l’infondatezza. Sono suddivise in capitoli, dall’infanzia all’alimentazione alla salute della donna. Si va dalle false convinzioni (per esempio che lo zucchero di canna apporti più benefici di quello bianco) ai temi scottanti, come le cure per i tumori che in realtà esistono ma, secondo molte fonti web, “non ce le vogliono dare”.
Il kit di soccorso comunicativo
Anche gli ordini dei medici sono in prima linea contro la diffusione di false notizie e invitano i pazienti a chiedere sempre, nel dubbio, consiglio ai medici di famiglia. Per aiutarli c’è dottoremaeveroche.it che mette a disposizione un vero e proprio “kit di primo soccorso comunicativo” con infografiche e brevi clip per i dottori che devono spiegare argomenti controversi ai pazienti. Per questi ultimi invece ci sono schede con risposte semplici alle domande più comuni, dall’uso dei fiori di Bach alla necessità degli esami diagnostici. E visto che il cancro è l’argomento più toccato dalle fake news, l’Aiom, la società scientifica degli oncologi, ha pubblicato tumoremaeveroche.it, con le risposte validate dalla scienza a domande come: “È vero che l’utilizzo prolungato del cellulare favorisce l’insorgenza del tumore al cervello?”, “Deodorante e borotalco causano il cancro?”.
Occhio ai luoghi comuni
Le fake news nascono dalla mancanza di conoscenza, è il caso per esempio dell’osteoporosi. «La maggior parte delle donne italiane non è consapevole di essere a rischio», spiega la specialista Giuseppina Resmini. «Da questa sottovalutazione nasce la diffusione delle principali inesattezze sulla malattia e sui fattori di rischio». In occasione della giornata mondiale del 20 ottobre, su stopallefratture.it, il sito che riunisce le principali società scientifiche del settore, è stato pubblicato l’opuscolo che smaschera sei bufale. Dal fatto che l’osteoporosi sia legata all’invecchiamento alla convinzione che esporsi al sole basti a rinforzare le ossa.
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Articolo pubblicato sul n. 45 di Starbene in edicola dal 23/10/2018