Sì, sognare: perché è importante coltivare le proprie aspirazioni

I sogni dei bambini oggi sono più concreti, così come il loro modo di fantasticare sul mondo. Ma mettere a fuoco desideri e aspirazioni e crederci resta fondamentale per la crescita personale. Cosa può fare la famiglia e la scuola



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Come scriveva Edgar Allan Poe, “coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte”. Peccato che oggi è sempre più difficile sognare e questo accade sin da bambini.

Una survey AstraRicerche per Pan di Stelle, condotta su un campione di 801 giovani dai 7 ai 14 anni, ha dimostrato che le aspirazioni dei piccoli di casa sono molto più concrete di un tempo: il 51,9% spera in un lavoro gratificante, il 47,3% vuole creare una famiglia felice, il 44,6% ha l’obiettivo di mantenersi in salute per tutta la vita, mentre il 32,8% ha l’ambizione di contribuire a migliorare il mondo.

Ma dove sono finiti quei sogni, magari strampalati, quelle "aspirazioni" impossibili (che a volte si avveravano!)? Perché sono pochi oggi i bambini che sognano di diventare astronauta, inventore, pirata, esploratore o magari pilota di robot giganti per salvare la Terra?

Perché è cambiato il modo di sognare

«I bambini sono lo specchio di una società che cambia», commenta la dottoressa Anna Nosella, psicologa e psicoterapeuta a Cervignano del Friuli, Udine. «Se un tempo l’immaginazione non aveva limiti, così come le aspirazioni, oggi la tecnologia impedisce di “volare” troppo in alto, perché fornisce risposte immediate, regala concretezza e toglie un pizzico di quell’ingenuità tipica dell’infanzia».

I bambini del passato inventavano un mondo tutto loro, mentre oggi finiscono per adottare passivamente quello che viene proposto da tablet e smartphone. Così, saziano la loro fame di sogni con le informazioni che arrivano da videogiochi e contenuti online: informazioni appetibili, sì, ma preconfezionate, immodificabili e strutturate per rivolgersi in modo identico a tutti i riceventi.

«Come se non bastasse, la tecnologia ha impoverito le relazioni sociali: su Internet i bambini trovano tutte le risposte che cercano, per cui non chiedono più spiegazioni al nonno, alla mamma, alla zia, all’amica», ammette la dottoressa Nosella.

Quanto ha inciso la pandemia

A dare un colpo di grazia ai legami sociali è stata la recente pandemia da Covid-19, che ha interrotto il normale percorso di crescita di bambini e ragazzi, ponendoli di fronte al concetto di “distanza” anziché a quello di “socialità”. Per un po’ hanno smesso di giocare insieme, di fare movimento fisico, di sperimentare in compagnia tutte quelle esperienze che permettono di entrare gradualmente nel mondo, di conoscerlo e di non averne paura.

«Per motivi evoluzionistici, il genere umano si adatta a tutto», riflette Nosella. «Durante la pandemia, i più giovani avevano a disposizione computer, tablet e telefonini, per cui li hanno usati per adattarsi a quella situazione di isolamento forzato». Ma questo ha inevitabilmente finito per renderli meno fantasiosi anche nei giochi: oggi i bambini non si immaginano più nei panni di pirati o inventori nel cortile di casa, preferiscono imitare modelli reali a cui tendere.

«Inoltre, hanno meno tolleranza alla noia e meno pazienza, perché possono avere tutto e subito. Basti pensare ai cartoni animati: un tempo bisognava aspettare per giorni la puntata successiva, mentre adesso è possibile fare maratone tv con i servizi on demand, che consentono di decidere quando e cosa guardare».

Anche "il lavoro dei sogni" è cambiato

Stando alla survey AstraRicerche, anche le professioni più ambite dai ragazzi vanno al passo con i tempi, perché il 20,8% aspira a un lavoro legato a Internet e ai social media, come lo youtuber, l’influencer o il videogiocatore professionista. Seguono le carriere di scienziato o ricercatore (18%) oppure nel mondo dello sport (17,6%), con una netta preferenza per il ruolo di calciatore (11,4%).

Il mondo dello spettacolo attira il 17,1% dei giovani, in particolare le bambine tra 7 e 9 anni, che sognano di diventare cantanti e musicisti (8,6%) o attori (6,8%). Anche il ruolo dell’artista (15,6%) è molto desiderato, insieme a professioni come il veterinario (14,3%), il medico o l'infermiere (14,2%) e l’insegnante (13,5%). Il fanalino di coda è rappresentato dalle aspirazioni “ad alta quota”, come il pilota di aereo (11,5%) e l’astronauta (7,5%).

«È normale che il primo posto della classifica sia occupato dalle professioni emergenti, di certo meno convenzionali rispetto a quelle tradizionali, ma anche più capaci di trasmettere un senso di libertà», commenta la dottoressa Nosella. «La priorità non è più quella di trovare un lavoro per tutta la vita, ma seguire la propria passione e rincorrere fama e ricchezza». Ma alla fine un sogno è sempre un sogno e, come tale, va cullato.

Come aiutare i bambini a sognare in grande

A questo punto, cosa può fare la famiglia per aiutare i bambini a sognare in grande, ma anche a cullare quel desiderio fino a realizzarlo? Ecco i cinque consigli della psicologa.

  • Osservare. Prestiamo attenzione a ciò che entusiasma i nostri figli.

  • Dialogare. Facciamo domande su quello che amano, su cosa li appassiona e su quali attività vorrebbero provare, ascoltando le loro risposte.

  • Offrire. Diamo loro l’opportunità di sperimentare più attività, ma senza sovraccaricarli di impegni, sempre con pazienza.

  • Lasciare. Acconsentiamo che possano cambiare idea, strada facendo.

  • Accettare. Non carichiamoli di aspettative e non indirizziamoli lungo la strada che avremmo voluto per noi: è il loro percorso, non il nostro.

  • Sostenere. Aiutiamoli a ragionare per piccoli obiettivi, concreti e realizzabili, in modo da raggiungere il traguardo finale.


Un’iniziativa speciale

302077È partito da Serradifalco, in provincia di Caltanissetta, il progetto educativo “Sogna e credici fino alle stelle”, che rappresenta l’evoluzione dell’omonima campagna firmata Armando Testa per Pan di Stelle, marchio del Gruppo Barilla. L’istituto “G. Verga” è stato il primo tra le scuole primarie di tutta Italia che verranno coinvolte, con l’obiettivo di arrivare a oltre 2.000 classi, selezionate principalmente in luoghi che spesso restano ai margini delle grandi città e dove sognare può essere più complesso, ma anche più necessario. Tutte le scuole primarie possono partecipare.

L’obiettivo dell’iniziativa realizzata in collaborazione con D&F, agenzia di comunicazione ed ente di formazione accreditato al Ministero dell’Istruzione e del Merito – è ispirare i ragazzi attraverso le storie di chi ha avuto l’ambizione di sognare in grande.

A Serradifalco in questi giorni ha parlato Giulio Rosk, street artist siciliano che ha mosso i primi passi proprio nella scuola di Caltanissetta e le cui opere oggi colorano i muri di città come Palermo (dove spicca il celebre progetto che ritrae Falcone e Borsellino), Miami, Rio de Janeiro, Parigi e New York.
Oltre a Rosk, nelle tappe successive saranno coinvolti anche altri tre ambassador, come la tennista Jasmine Paolini, la cantante e Big di Sanremo 2025 Clara e l’aspirante astronauta Linda Raimondo.

In ogni scuola toccata dal progetto educativo sarà inaugurata un’Aula dei sogni, uno spazio arricchito con strumenti musicali, libri e materiali creativi, ideati e donati da Pan di Stelle per costruire un ambiente dedicato ai sogni, al confronto e alle passioni.


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