La dietista Monica Germani è famosa per aver ideato il metodo Meta Experience, un vero e proprio percorso di rinascita a 360 gradi che riequilibra il peso corporeo insieme al benessere interiore ed esteriore del paziente, prendendosi cura non solo della parte medica ma anche della personalità, della bellezza e dello stile.
Adottato con successo dalla cantante Noemi, questo metodo viene descritto in modo puntuale nel libro fresco di stampa La tua dieta sei tu (Mondadori, 216 pagine, 18,50 euro) in cui viene rivelato un segreto importantissimo: accettarsi con pregi e difetti è l’unico punto di partenza possibile per cominciare un reale percorso di cambiamento e andare incontro a una metamorfosi vera e profonda.
Il peso parla di noi
In effetti, il peso non è mai solo un numero indicato dalla bilancia, ma anche la nostra immagine riflessa allo specchio: in quelle cifre che leggiamo ci sono esperienze, vittorie e sconfitte, debolezze e fragilità.
«Eppure, il peso viene spesso considerato solamente dal punto di vista clinico, mentre è necessario compiere uno sforzo in più. Per un dimagrimento sano, è necessario fare pace con se stessi e con il passato, riconoscersi e piacersi per quello che si è oggi, lasciando andare quello che si era un tempo. Si cambia, si cresce e ci si arricchisce di esperienza: il corpo del passato è il racconto di una persona diversa da quella attuale e sarebbe difficile riconoscersi ancora in quelle forme. Non possiamo pensare di dover vivere in una fotografia cercando di somigliare a quella versione di noi: oggi viviamo in un corpo nuovo, addirittura migliore di quello che difendiamo gelosamente, e abbiamo un pezzo di storia in più da raccontare al mondo».
Non pensiamo solo all’estetica
Essere in forma quindi non è solo questione di avere le curve giuste nei punti giusti e di buttare giù qualche chilo: piuttosto, si tratta di comprendere appieno la richiesta inconscia che si cela dietro la perdita dei chili di troppo. «Ciascuno di noi è collegato al cibo sin dall’allattamento. I bambini avvertono un malessere e iniziano a piangere per ottenere consolazione attraverso il nutrimento e le coccole della mamma. Nel corso della vita, poi, alimentarci continua ad assumere quel valore consolatorio e gratificante, per cui è impossibile parlare di dieta senza collegarla agli aspetti emotivi».
Da qui deriva il fatto che alcuni eventi stressanti possono cambiare il nostro modo di mangiare, che rischia di diventare un atto meccanico e compulsivo, come per voler riempire un vuoto. «Il peso racconta anche tutto questo e ci aiuta a prendere consapevolezza dei nostri disagi, delle fragilità che abbiamo», assicura Germani.
Basta privazioni
Non a caso, il metodo Meta parte da un assunto: si può dimagrire senza eliminare ciò che ci piace, senza privarci del piacere della tavola, concedendoci un piccolo sfizio di tanto in tanto e senza avere sensi di colpa. Sì, perché sono gli eccessi, il disordine e spesso anche la mancanza di conoscenza a mettere in pericolo non solo la nostra linea ma anche la salute.
«Non esistono cibi che fanno bene o male in assoluto, né alimenti che aiutano a dimagrire o che al contrario vanno demonizzati. L’unica cosa che esiste è la giusta misura, quindi ciascuno di noi deve trovare la corretta quantità dei vari alimenti».
Nel suo libro, Monica Germani ci insegna a gratificarci e questo non corrisponde al consumare sempre una porzione piccola di tutto: «Per esempio, amiamo la pasta ma conduciamo una vita sedentaria? Anziché consumarne 70-80 grammi ogni giorno, scegliamo due giorni della settimana in cui consumarne 120 grammi. Grazie a questo compromesso, ci sentiremo più gratificati e privi di inutili sensi di colpa», conclude la dietista.
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