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Coronavirus: in arrivo il primo farmaco specifico

Ricercatori olandesi hanno messo a punto il primo vero farmaco contro il Covid–19. Qui i nostri esperti spiegano come agisce. È promettente, anche se serviranno ancora mesi per testarne la sicurezza

Foto: iStock



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I ricercatori dell'Università di Utrecht in Olanda stanno sperimentando il primo farmaco specifico in grado di agire direttamente sul Coronavirus. È il primo vero farmaco anti Covid da quando è scoppiata la pandemia, perché le molecole che si stanno già utilizzando oggi sui malati, pur essendo efficaci (come il tocilizumab, gli antimalarici e e gli antivirali già usati per l'Hiv, Ebola e la Sars) non sono una cura specifica e dedicata.

«Si tratta di un anticorpo monoclonale sintetico che riesce a legarsi alla proteina che il virus usa per attaccare le nostre cellule», spiega Fabrizio Pregliasco, virologo  consulente di Starbene in prima linea sul fronte pandemico. «Così impedisce al Covid 19 di espandersi nel nostro organismo. Il farmaco è promettente, i test sono abbastanza avanti ma ci vorrà tempo per avere tutte le garanzie di sicurezza richieste per l'immissione in commercio».

«In molti laboratori di tutto il mondo, compresi quelli italiani, stiamo studiando anticorpi da utilizzare contro il virus. Abbiamo le tecnologie per creare anticorpi in quantità illimitata contro i bersagli che scegliamo di colpire», aggiunge Alberto Mantovani, immunologo di fama mondiale e direttore scientifico di Humanitas. «Grazie a un programma finanziato da Dolce e Gabbana, in collaborazione con l'Ospedale San Raffaele di Milano, stiamo testando antenati degli anticorpi che sono una delle prime linee di difesa dell'organismo, con l'obiettivo di contrastare il Coronavirus. Però i risultati dovranno superare il vaglio della fase preclinica e clinica con grande attenzione e cautela».

Non a caso, anche le molecole che si stanno già utilizzando sui pazienti per curare gli effetti collaterali (come la polmonite severa) e la progressione del virus, pur essendo già state impiegate per altre malattie e ora usate in emergenza off label, per uso compassionevole o in via sperimentale, in questo momento sono soggette esse stesse anche a sperimentazioni specifiche per capire, innanzitutto, a chi sono veramente utili e in che modalità possono agire sul covid-19.  

L'Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità), dichiarando lo stato di pandemia, ha di fatto dato un aiuto per lo snellimento delle procedure di autorizzazione dell'uso di nuovi farmaci anti Covid attraverso le Agenzie di controllo come la Fda americana (Food and Drug Administration) e l'Ema (Agenzia Europea per i medicinali) ma, pur immaginando approvazioni in tempi minori proprio per l'emergenza, gli esperti non sanno ancora quantificare quanto tempo riusciremo a guadagnare in termini di immissione in commercio di nuovi farmaci. La sicurezza, avvertono i ricercatori, innanzitutto. 

articolo pubblicato il 17 marzo 2020


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