di Isabella Colombo
Gli appassionati del running lo sanno bene: con il sudore evaporano anche i brutti pensieri, con la fatica si superano i blocchi emotivi e raggiungere il traguardo aiuta a conquistare autostima e consapevolezza. Sì, correre non fa bene solo al corpo. Lo spirito è altrettanto felice. Tanto che in Nord Europa e negli Usa si comincia a parlare di Dynamic Running Therapy, cioè, psicoterapia di corsa.
CORRERE AIUTA AD APRIRSI
Hai capito bene: medico e paziente indossano sneakers e pantaloncini, fissano un punto di incontro e di arrivo e intanto chiacchierano. L'assunto è questo: il movimento è associato mentalmente al cambiamento, quindi predispone ad affrontare i problemi e a risolverli. «Gli studi scientifici ormai da tempo concordano nel dimostrare come l'esercizio fisico regolare aiuti a gestire ansia, stress, depressione e bassa autostima» spiega Matt Miller, psicoterapeuta a Minneapolis. «Soprattutto se non ci si allena al chiuso ma in mezzo alla natura, per esempio, in un parco cittadino. Parlare dei propri problemi mentre ci si muove aiuta a vederli da un altro punto di vista, a capirli e a gestirli mentre si è bendisposti. Il medico diventa un facilitatore. Il paziente sceglie il ritmo più comodo per lui, si può anche solo camminare. Questo rende accessibile a tutti la terapia».
IL FUTURO DEL LETTINO
Miller e i suoi colleghi incontrano i pazienti nei parchi urbani, le sedute durano 50 minuti e costano in genere 150 dollari. In Italia questo genere di terapia è sconosciuta. «Ma persino negli Usa è ancora poco diffusa» continua Miller. «L'attenzione e il successo crescenti fanno pensare però che le piste da running saranno il futuro del lettino». I terapisti runner danno consigli anche sull’impostazione della corsa e la prevenzione degli infortuni, analizzano il modo in cui il paziente si muove nello spazio per capire come si comporta nelle situazioni quotidiane e lo seguono passo passo per suggerire il giusto ritmo. Di corsa e di vita.