LA PAROLA AI NUTRIZIONISTI
>LA COTTURA FACILITA LA DIGESTIONE
«Le prime tracce dicottura del cibo risalgono a un milione di anni fa, ma è probabile che questa pratica sia ancora più antica. Quindi, la cottura ha influenzato la nostra evoluzione», spiega il dottor Luca Speciani, medico e alimentarista. «Secondo gli antropologi, l’efficace estrazione dei principi nutritivi dagli alimenti, ottenuta grazie alla cottura, ci ha permesso di liberare risorse per lo sviluppo cerebrale, prima riservate all’intestino e alla digestione.
>I PREGI DEL CRUDISMO
«È vero che non possiamo consumare solo cibi crudi: richiedono tempi lunghi di digestione, soprattutto se sono ricchi di fibra, espongono al rischio di fermentazioni intestinali e possono provocare carenze energetiche. In più, nel caso di alimenti come l’albume, certi funghi, alcuni legumi e verdure la cottura è indispensabile per eliminare le sostanze anti nutritive presenti.
Ma è altrettanto vero che dovremmo mangiare più prodotti grezzi e non cucinati. La dieta moderna è zeppa di cibi ad alta densità calorica, privi di fibra, con conservanti, additivi e aromi che alterano l’equilibrio endocrino: dobbiamo ridurre drasticamente il consumo di zucchero, farine raffinate e grassi scadenti e mangiare più frutta, verdura e semi crudi. Ed è raccomandabile anche una quota di carne non cotta».
>IL RISCHIO? IL CRUDISMO “ASSOLUTO”
Consumare solo cibi crudi può essere un problema specie se a questo si aggiunge il veganesimo che, di per sé, rende difficile raggiungere il corretto bilancio proteico quotidiano. I problemi digestivi e di assimilazione indotti dal crudismo assoluto possono peggiorare la situazione ed esporre a seri deficit. «Per questa ragione», spiega il dottor Speciani, «il crudismo vegano assoluto è consigliabile solo per un breve periodo disintossicante».
Sulla stessa lunghezza d’onda la dottoressa Sara Cordara, biologa nutrizionista (nutrizionismi.it): «Il crudismo, nelle sue versioni onnivora e vegetariana, offre alcuni benefici, tra cui l’introduzione di generose quantità di antiossidanti nella dieta e la costante sensazione di sazietà, fornita dalle fibre.
In alcune persone, però, può provocare reazioni intestinali avverse, come tensione addominale e meteorismo, ed esporre al rischio di gastroenteriti e di patologie più serie dovute al consumo di alimenti non pastorizzati e non sterilizzati mediante cottura. E se il crudismo diventa vegano, i rischi di carenze e di effetti collaterali non bilanciano in alcun modo i benefici».