«Il semplice fatto di alimentarsi influisce positivamente sull’attività cognitiva, probabilmente tramite lo stimolo del nervo vago: fare piccoli pasti multipli durante la giornata è un toccasana per il nostro cervello — sottolinea il Prof. Giampaolo Perna, direttore scientifico e primario del Dipartimento di Neuroscienze Cliniche di Villa San Benedetto Menni e professore presso le Università di Miami (USA) e Maastricht (Olanda) — Ovviamente è importante anche quello che scegliamo di mangiare: alcuni studi, per esempio, hanno dimostrato come una dieta mediterranea abbia effetti positivi sull’umore. Le prove più convincenti di effetto benefico sono legate all’assunzione di Omega 3, i grassi contenuti nei pesci (da consumare preferibilmente bolliti o cotti al vapore) che sembrano essere capaci di stimolare la neurogenesi cerebrale, cioè la produzione di nuove cellule nel cervello».
Perna rileva anche che è stato dimostrata la correlazione tra consumo di pesce e tassi di depressione. Oltre agli Omega 3, presenti peraltro anche nelle noci — prosegue l'esperto — anche le spezie contribuiscono al benessere psichico, in particolar modo il curry. I flavonoidi che si trovano nel tè verde, nel cioccolato fondente, nel cacao e nel vino (nel quale è contenuto anche il resveratrolo) stimolano le capacità cognitive.
A proteggere il cervello dall’ invecchiamento ci pensano le vitamine D, C (di cui sono ricchi gli agrumi) ed E. Vale la pena sottolineare, infine, che anche alcune piante aromatiche come la menta e la salvia hanno dimostrato proprietà positive per il funzionamento cognitivo.
«Ma — precisa il Prof. Perna — gli eccessi andrebbero evitati. Inoltre, l'abbinamento di attività fisica regolare ai cibi scelti con cura potenzia al meglio l’effetto benefico degli alimenti sul cervello».