Le orchidee hanno un fascino speciale, forse perché le più famose arrivano da paesi esotici e hanno petali carnosi, forme strane e colori sgargianti.
«In realtà quella delle orchidee è una famiglia vastissima, ne esistono migliaia e alcune crescono spontanee anche nel nostro paese», spiega Luca Di Biccari, esperto dei vivai Viridea. «Naturalmente quelle nostrane hanno fiori più piccoli e sono meno appariscenti, ma la struttura è molto simile. La più famosa in Italia è però la Phalaenopsis. È apprezzata per la sua fioritura lunghissima, che se trova la situazione giusta, può superare tranquillamente i due mesi».
In genere è inodore ma recentemente sono state create anche varietà profumate. In natura però la fragranza appartiene alla Miltonia. È un tipo di orchidea sempre più diffusa anche nei garden center, insieme al dendrobium chiamata anche orchidea bambù, perché il gambo lo ricorda. Ecco come farle felici.
4 segreti per un’orchidea perfetta
Verifica che te la vendano con il substrato adatto. La maggior parte delle orchidee in commercio arriva dai Paesi tropicali e molte sono epifite, cioè non crescono nella terra ma con le radici abbarbicate ai rami degli alberi. Per questo devono essere coltivate in un substrato composto per lo più da cortecce, che si chiama bark.
Non esagerare con l’acqua, l’errore più comune è inaffiarle tutti i giorni. Sfrutta invece il vaso semitrasparente per osservare lo stato delle radici. Quando da verde brillante diventano grigie-azzurre, metti il vaso a bagno nell’acqua a temperatura ambiente per 15 minuti.
Inoltre, ricordati di evitare di bagnare le foglie: soprattutto in autunno-inverno c’è un rischio fondato di veder sviluppare delle muffe. Scegli una posizione luminosa ma non esporla al sole diretto. In natura è sempre un po’ protetta dalle fronde degli alberi. Infine, non concimare durante la fioritura: non è quello il momento in cui la pianta accumula le sostanze nutritive. Così rischi di rendere il terreno troppo ricco di sali minerali. Il periodo giusto per concimare è la tarda primavera.
Come far rifiorire una Phalaenopsis
La strategia comincia non appena finita l’attuale fioritura, tagliando gli steli subito dopo il primo nodo. Da lì potrà svilupparsi una nuova gemma o addirittura la radice di una nuova pianta. Fallo con una cesoia perfettamente pulita e resa sterile con la candeggina. Per far cicatrizzare il taglio puoi usare della polvere di cannella, che tiene lontani funghi e batteri.
Durante la primavera e l’estate, concima con un fertilizzante specifico per orchidee, che contenga poco azoto ma molto potassio e fosforo. Così, al momento giusto, avrà abbastanza nutrimento per far sbocciare una multitudine di fiori. All’avvicinarsi dell’autunno, metti la Phalaenopsis in una posizione molto luminosa di giorno, ma completamente al buio di notte, con una temperatura più fredda di almeno 3°-4°C. L’ideale è un locale che di sera non venga usato né riscaldato, come un’anticamera o un pianerottolo.
- L’orchidea farfalla
Il suo scopritore scambiò questo fiore per una falena e da qui il nome Phalaenopsis. È disponibile in centinaia di sfumature di colore diverse e da pallini e striature che sembrano dipinti. Ed è anche una delle più facili. Con lei per ottenere il meglio less is more. Così fiorirà anche due volte in un anno in un periodo che va dall’autunno ad aprile.
Maggio e giugno sono i mesi migliori per concimare e trapiantare, ma solo se vedi che le radici hanno riempito tutto il vaso. È originaria del Sud Est asiatico e se vuoi farla davvero felice cerca di riprodurre le condizioni della sua terra natale: una temperatura minima notturna di 16°C e una temperatura massima diurna di 24°C.
- L’orchidea pansé
La chiamano così perché assomiglia vagamente a una viola grande e profumata. Il nome botanico è Miltoniopsis, ma molti preferiscono chiamarla Miltonia. È originaria del Sudamerica o dell’Asia e può fiorire anche due volte l’anno, in primavera e in estate. Anche lei è un’epifita e gli esperti riescono anche a crescerla su una corteccia.
Se sei una principiante meglio limitarsi al vaso riempito di corteccia, facendo molta attenzione all’acqua, perché più delle altre soffre di marciumi. Bisogna proprio che la corteccia asciughi bene prima di bagnarla. Un aiuto per capire come sta ci viene dalle foglie: se sono bruciate in punta c’è troppo concime, se rossastre troppo sole, se pieghettate poca acqua.
- L’orchidea bambù
Le varietà più famose sembrano proprio fusti di bambù fioriti, ma in natura esistono molti tipi di Dendrobium, alcuni più amanti del caldo e altri del fresco, dell’umidità o del secco. Sbocciano dalla fine dell’inverno alla primavera con fioriture molto lunghe. Che diventano più belle se in inverno garantisci un periodo di riposo a una temperatura sui 15°C (sulle scale, per esempio).
Per il resto dell’anno richiedono una temperatura fra i 20° e i 30° C. Si coltivano in un terriccio molto drenante a base di torba e cortecce. Non amano i vasi grandi, vanno rinvasate solo quando le radici hanno occupato tutto lo spazio. Per prevenire le malattie, pulisci le foglie.
C'è anche quella da freddo è
È il Cymbidium che arriva dalle zone temperate dell’Africa e dell’Asia. Le varietà più piccole possono essere coltivate anche sul balcone in mezz’ombra. Nelle regioni del Sud può stare all’aperto anche d’inverno perché resiste anche a temperature vicine allo zero. Al nord va ritirata in casa. La fioritura è scenografica, per i tanti fiori sui lunghi steli, e dura a lungo. Resiste molto anche da recisa.
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