Ilaria Di Vaio, 33 anni, sorella del modello Mariano, vive a Perugia con la famiglia: il marito, Nicola Lanna, e le due figlie, Matilde di 5 anni e Adelaide di quasi 3 anni. Laureata, un’esperienza da insegnante, ha fondato il blog Crumbs of Life (briciole di vita) che le è valso il terzo posto nella classifica nazionale dei genitori influencer stilata per il Sole24ore, dove parla della sua vita da mamma e scambia consigli con altre madri. Sugli stessi temi è molto attiva anche su Instagram con il profilo @divaioilaria. Innamorata della sua famiglia e della vita, Ilaria Di Vaio, ha scritto il suo primo Ho bisogno di amare - Ricordi e sogni di una mamma (HarperCollins,16,90 €). Ce ne dà un assaggio in questa intervista.
Quanto sono importanti le nuove tecnologie per la crescita dei bambini?
Credo che già intorno ai 6 anni sia necessario che i bambini – affiancati dagli adulti – imparino a usarle. Saperle sfruttare è una risorsa in più per la loro formazione, una potenzialità che li rende capaci di destreggiarsi in ogni situazione. Lo abbiamo visto con la scuola a distanza, per esempio. I social, insomma, possono implementare la crescita. Ma non devono sostituire la realtà: il dialogo tra grandi e piccoli, il confronto diretto con i coetanei, il gioco sono sempre in prima posizione.
Scrive nel suo libro che “nessuno t’insegna il mestiere di genitore ma che s’impara strada facendo…”
Si nasce figli, non genitori e riuscire a realizzare il passaggio non è semplice. Credo, ovviamente, nell’educazione ma questa attecchisce a fondo se è supportata dall’esempio di chi t’insegna. Il bagaglio formativo che ci portiamo dietro, però, non basta. È necessario anche fare esperienza. E da genitori questa è continua, non smette mai di sollecitarti.
Cos’è l’amore per un figlio?
Una forza, generosa e incredibile, che ti porta oltre i tuoi limiti e ti rende capace di superare il tuo ego. È la grandissima opportunità di morire migliori di come si è nati.
Si può insegnare questo sentimento?
Non è così difficile farlo, quello che trasmetti a un figlio ti ritorna indietro. Amplificato, poi: i bambini hanno una grande sete di affetto e, appena lo riconoscono, lo ingoiano avidamente facendolo proprio.
Genitori ma anche coppia. Difficile, però, conciliare questi due aspetti...
Anche se è indiscutibile il legame viscerale e infrangibile che c’è tra una madre e i suoi figli, io credo moltissimo nella coppia. Al punto tale che l’impegno nella relazione con mio marito ha la priorità: sono convinta che ne tragga beneficio l’intera famiglia. Non dimenticarsi del partner va a vantaggio dei ragazzi. Significa garantire loro un ambiente sereno, amorevole, solido, presupposto indispensabile per la loro crescita. Una mamma e un papà che si prendono cura l’uno dell’altra, diventano un insegnamento costante d’amore. E i bambini ne hanno bisogno per essere pronti a intraprendere la loro strada in modo autonomo.
Molti genitori vogliono essere perfetti, da manuale. Per lei, è possibile?
Di “perfetto”, su questa Terra, non esiste nulla. Le mie mancanze sono numerose come anche i miei limiti. Questo però non mi scoraggia e non mi porta a mollare la presa. Ho un obiettivo: cercare di lavorare per migliorarmi e, in questo percorso, i figli sono grandissimi motivatori. Detto ciò, credo che non ci siano delle formule universalmente valide per fare bene i genitori, anche perché ognuno è diverso dall’altro. Quello che può fare la differenza per tutti, indistintamente, è l’amore.
Come vive il suo problema di disfonia?
Mi limita un po’. Amo condividere: parlare, raccontarmi, domandare… quasi mai posso farlo a piena voce. Ma se un tempo mi pesava, oggi ho capito che fa parte di me. Accettandolo, accetto me stessa.
Che consiglio dà agli adulti per aiutare i bambini ad affrontare un futuro così imprevedibile?
Io faccio questo con le mie bambine: rispondo ai loro perché e le ascolto più il possibile. E cerco di far loro capire che, se nella vita tutto cambia, nell’amore possiamo sempre trovare la forza.
Disfonia: le cause dei disturbi alla voce
La disfonia (il problema di cui soffre Ilaria) è un’alterazione del timbro vocale che può abbassarsi fino all’afonia (mancata emissione di suoni). Le cause sono molteplici. «La più frequente è un’infiammazione di origine virale della laringe, sede delle corde vocali», spiega il professor Lorenzo Pignataro, direttore Uoc di Otorinolaringoiatria e chirurgia cervico-facciale della Fondazione IRCCS Ca’ Granda-Ospedale Maggiore di Milano.
«Se non si risolve entro due settimane, durante le quali è bene usare dei farmaci sintomatici, bere molto e fare inalazioni caldo-umide, occorre rivolgersi a un otorinolaringoiatra. Grazie a un endoscopio, ispezionerà la laringe per visualizzare eventuali patologie delle corde vocali, benigne (cisti, noduli e polipi) o maligne. Le cisti e i polipi esigono il trattamento chirurgico, mentre i noduli possono riassorbirsi con gli esercizi di rieducazione vocale/respiratoria dettati dalla logopedista». Spesso, infiammazione e noduli alle corde vocali derivano da un abuso o da un errato uso della voce, legato anche allo stress.
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Articolo pubblicato sul n. 21 di Starbene in edicola ad agosto 2020